I professionisti devono essere di esempio a tutti coloro che li guardano, ciclisti o semplici appassionati che siano. E quindi l'Uci emana una nuova disposizione che vieta gli abbracci al termine di una corsa.
Dopo i divieti sulle posizioni aerodinamiche, che entreranno in vigore dal 1° aprile, ecco una nuova presa di posizione della Federazione Internazionale che vieta gli abbracci tra compagni di squadra dopo il traguardo, come abbiamo visto fare in occasione delle ultime corse e come ben illustra l'immagine dell'abbraccio tra Alaphilippe e Ballerini al termine della Omloop Het Nieuwsblad vinta dal canturino.
Una scelta educativa, quella dell'Uci, perché il rischio di contagio per i corridori in realtà è estremamente basso: i corridori e gli staff delle squadre vivono nella bolla protettiva della propria squadra, sono sottoposti a continui test PCR e sono protetti dallo stretto contatto con il pubblico.
A confermarlo è stato il dottor Xavier Bigard, direttore sanitario dell'Uci, nel corso di un incontro virtuale organizzato per presentare l'aggiornamento dei protocolli per il Covid19: «Come medico, posso dire che il rischio di essere contaminati da questo comportamento a fine corsa non è molto alto. Ma il messaggio che vogliamo e dobbiamo inviare agli spettatori e a tutto il mondo che vi guarda è che dobbiamo combattere questo virus e quindi è importante ricordare alle persone che gli abbracci sono vietati. È una questione di buon senso».
Ricordiamo che già il protocollo delle premiazioni limita al minimo i contati diretti, con obbligo di mascherine e prevede al massimo il saluto all'avversario pugno contro pugno. Da oggi, vietati in pubblico anche gli abbracci, di festeggiamento o di consolazione che siano...