Non le manda a dire, anzi come sempre è abituato a fare - che piaccia o meno - ci mette la faccia. Gianni Savio interviene a gamba tesa sull'esclusione della sua Androni Giocattoli Sidermec dal prossimo Giro d'Italia. Non ci sta, il manager torinese, e lo grida a chiare lettere.
«Le wild card per il Giro a mio avviso sono una vergogna e una infamia sportiva – ha spiegato Savio raggiunto al telefono da tuttobiciweb - e c’è una motivazione se uso termini tanto forti».
Nonostanete le prestazioni dello scorso anno, la squadra di Gianni Savio è stata esclusa dal Giro d’Italia con gli inviti attribuiti a Bardiani CSF Faizanè, Eolo Kometa Cycling Team e Vini Zabù.
«Siamo stati la miglior squadra Professional italiana nel ranking mondiale dell’UCI, tutte le altre sono state al di sotto di noi e questo vuol dire che hanno ottenuto meno risultati di noi. Negli ultimi 4 anni siamo stati la miglior formazione Professional italiana nella Ciclismo Cup, abbiamo vinto tre volte il Campionato Italiano a squadre e nella scorsa stagione siamo arrivati secondi dietro alla UAE Emirates, che è una squadra World Tour. Anche nell'ultima Ciclismo Cup, quindi, siamo stati la miglior squadra Professional».
La delusione di Savio è forte e alla mente torna anche la protesta dei corridori lo scorso anno al Giro, quando fu uno dei pochi a prendere le difese degli organizzatori.
«Noi non partecipammo alla protesta dei corridori e mi scagliai contro la EF Educational First che pretendeva che tutte le squadre si ritirassero dalla corsa. Non presi posizione per interessi personali, ma perché ero convinto che gli organizzatori e la corsa dovevano essere difesi».
Gianni Savio è ferito, non vuole parlare di dati soggettivi e parla invece di oggettività innegabile per spiegare come sia inspiegabile l’esclusione del suo team dalla corsa rosa.
«Non c’è meritocrazia nel ciclismo italiano. Lo scorso anno abbiamo onorato il Giro in tutto e per tutto, come nelle precedenti stagioni. Siamo saliti sul palco finale della corsa, con Simon Pellaud vincitore dei traguardi volanti e Mattia Bais vincitore dei km in fuga. Con Marco Bellini abbiamo allestito una squadra nuovamente competitiva, sempre coerenti con il nostro progetto giovani che abbiamo lanciato qualche anno fa. Nel nostro progetto giovani, che ha subito dato ottimi risultati, ci sono i nomi di corridori come Ballerini, Vendrame, Cattaneo, Masnada, Sosa e Bernal.
Se tra le invitate al Giro fossero entrate Eolo, Bardiani e Arkea, non avrei avuto nulla da dire. La Eolo ha fatto investimenti importanti, la Bardiani è la più longeva, anche più di noi e ha fatto un’ottima campagna acquisti per il 2021 con Visconti e Battaglin. Con loro c’è una squadra che punta tutto su un velocista, che non so cosa farà sulle salite del Giro».
E ancora: «Poi c’è stato anche un corridore che aveva deciso il contratto con noi, lo scorso anno, che ha cambiato maglia e poi è stato trovato positivo al Giro. Per tutti questi motivi secondo me lasciarci fuori è stata una vergogna sportiva».
Per Gianni Savio giustizia non c’è stata nella scelta delle squadre. Aveva mandato una presentazione e chiesto un incontro per poter illustrare il suo progetto, ma nonostante solleciti, non c’è stata quella chiamata che aspettava.
«Penso che non sia stato tenuto conto del valore delle squadre e che, con queste scelte, siano stati annullati i principi etici e morali delle squadre. Onestamente pensavo che se fosse entrata l’Arkea noi saremmo stati fuori, perché la Eolo Kometa è una potenza economica che serve allo sport. Dai rumors che c’erano, si pensava a tre squadre italiane con noi dentro. Io non ho antipatie verso Reverberi, Citracca o Basso, ma onestamente non pensavo che proprio noi saremmo stati esclusi. Comunque noi continueremo con il nostro progetto, cercando di fare sempre ciclismo di altissima qualità».