Se c’è un corridore che incarna alla perfezione lo spirito del Wolfpack, il branco di lupi della Deceuninck Quick Step, questo è Remi Cavagna. Alla fine di una grande stagione, il corridore di Clermont Ferrandi si racconta.
«Questo è stato il mio quarto anno da professionista e se c’è una cosa che mi rende orgoglioso - a parte le vittorie che ho ottenuto - è che ho continuato a crescere. Ricordo che dopo Valenciana e La Provence, sono rimasto in Francia per l'Ardèche Classic e la Drôme Classic. Ero fiducioso di poter ottenere un buon risultato proprio in quest'ultima, ma all'Ardèche mi sono trovato in fuga, c'era una pioggia torrenziale e io adoro queste condizioni, così ho continuato ad andare e ho vinto i miei quasi tre minuti. È stato un giorno molto speciale, non solo perché ho ottenuto la mia prima vittoria da professionista in Francia, ma anche perché vincere così presto nella stagione dà sempre una carica di fiducia speciale».
E ancora: «Speravo di fare bene in primavera, ma poi è arrivato il blocco e tutto si è fermato. Mi sono allenato sui miei rulli Tacx, ma la ripresa è stata piena di incertezze. Ad agosto il mo obiettivo erano i Campionati Nazionali a cronometro, qualcosa che inseguivo da quando sono diventato professionista e che ho preparato bene grazie a Franck Alaphilippe: è venuto a casa mia, ha guidao per me lo scooter, con lui mi sono allenato per una settimana e finalmente mi sono sentito pronto. So che non è la gara più importante del mondo, ma conquistare la vittoria, il titolo e la maglia mi ha riempito di gioia. Devo ringraziare Franck per questo, senza il suo aiuto non sarebbe stato possibile».
Ed ecco il Tour: «Una settimana dopo, ero a Nizza per il mio primo Tour de France. Sono stato convocato solo due giorni prima della partenza e non ci potevo credere... Alla fine sono state tre settimane fantastiche per la nostra squadra: Julian ha vinto subito e ha vestito la maglia gialla, poi Sam ha aggiunto altre due vittorie e ha portato a Parigi la maglia verde, io ho potuto indossare la maglia di campione di Francia nella crono e, anche se il percorso non mi si addiceva, ho colto un bel sesto posto».
Poi la Vuelta: «Poche settimane dopo, ho affrontato il mio secondo Grande Giro, la Vuelta a España. Mi sono sentito bene per tutta la gara e sono andato all'attacco in più occasioni, arrivando addirittura vicino alla vittoria tanto che a Madrid sono stato premiato come corridore più combattivo della Vuelta. Sono soddisfatto della mia stagione ma... non vedo l’ora di ripartire. Ho un compito importante da affrontare: voglio crescere ancora».
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