Sarà un Tour de France quasi a porte chiuse quello che partirà domani da Nizza per terminare a Parigi il 20 settembre. Blindato ma allo stesso tempo affascinante, con un percorso che nonostante la pandemia è rimasto invariato. La Grande Boucle si doveva correre dal 27 giugno al 19 luglio, ma tutto è stato rinviat a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Ed ora è difficile prevedere un vincitore, perché non è più a corsa di iniziò estate, ma una versione diversa, nella quale il caldo dovrebbe essere meno intenso ma soprattutto i corridori hanno molti meno chilometrri di corsa nelle gambe. Protagonisti indiscussi saranno gli scalatori mentre i velocisti dovranno puntare bene sulle poche possibilità che avranno.
La battaglia sarà dura e a brindare sugli Champs-Élysées, dopo 3470 chilometri, 29 salite e una cronoscalata finale, come sempre, sarà un uomo soltanto. Non assisteremo ai traguardi sulle salite simbolo del Tour come L'Alpe d'Huez e il Mont Ventoux, ma gli arrivi più importanti saranno sulle salite del Puy Mary nel Massiccio Centrale alla tappa 13 e sul Col de la Loze a Méribel sulle Alpi nella tappa numero 17.
In questa edizione poi, sono state inserite quattro nuove salite: Col de la Lusette e Suc au May nel Massiccio Centrale, Col de la Hourcère sui Pirenei e la cima del Col de la Loze. Ma non mancheranno i passaggi su vette storiche come il Grand Colombier, la Pyramide du Bugey, il Col de Peyresourde, il Cormet de Roselend, il Col des Saisies e Les Aravis. Una sola cronometro individuale di 36 km, da Lure a La Planche des Belles Filles, nella penultima frazione.
Le frazioni pianeggianti, dove il dominio sarà dei velocisti, saranno nelle tappe 1 e 3 a Nizza, la tappa 5 a Privas, la 7 a Lavaur, la tappa 10 a Ile de Re Saint-Martin-de-Re, la 11 a Poiters, la tappa 14 a Lione, la tappa 19 a Champagnole e il finale con l’ultima frazione a Parigi. Ma sono frazioni per velocisti solo sulla carta e gli sprinter se le dovranno sicuramente sudare.
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