AL CRITERIUM DEL DELFINATO LA PROTESTA DEI CORRIDORI PER CHIEDERE MAGGIORE SICUREZZA ALLE CORSE

PROFESSIONISTI | 16/08/2020 | 13:30
di Giulia De Maio

Dopo le parole, il gruppo passa ai fatti. Visto che la lettera aperta di Gianni Bugno all'Unione Ciclistica Internazionale a seguito dell'incidente occorso a Fabio Jakobsen al Tour de Pologne non ha scosso le coscienze di chi guida il ciclismo mondiale e le cadute si susseguono con conseguenze pesantissime per gli atleti, questi hanno deciso di incrociare le braccia.


Questa mattina al Criterium du Dauphiné il CPA ha chiesto di neutralizzare i primi 10 km di discesa della quinta tappa della corsa francese, contestando la pericolosità del percorso della 4° tappa di questa stessa corsa.


Con questo gesto i corridori vogliono lanciare un segnale di protesta agli organizzatori e all’UCI in riferimento anche alle gravi cadute e agli incidenti che si sono prodotti nelle ultime corse, chiedendo una maggiore attenzione alla loro sicurezza. 

Il CPA chiede all’UCI e a tutte le parti del ciclismo l’istituzione di una tavola rotonda per affrontare la revisione dei regolamenti a fin che siano di concreto effetto sia a livello di prescrizione che sanzionatorio nei confronti degli organizzatori, per tutelare al massimo l’integrità fisica dei corridori e consentire lo svolgimento del loro lavoro in maggiore sicurezza.

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COMMENTI
Questa UCI
16 agosto 2020 13:46 Beffa195
A cosa serve?non tutela i corridori e quando deve prendere decisioni non lo fa mai in tempi accettabili un baraccone costosissimo che non fa nulla!

Povero ciclismo !!
16 agosto 2020 15:53 IlSerpe
Con che animo posso iscrivere mio nipote al ciclismo! Nonostante continui a chiedermelo.

Fermatevi
16 agosto 2020 16:51 FrancoPersico
I corridori hanno una soluzione per la soluzione. Fermarsi se le condizioni di corsa sono pericolose. Uniti, solo così possono scuotere i vertici. Capisco i DS e gli sponsor ma vogliamo mettere prima la sicurezza davanti gli interessi?

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