Quel ramo del Lago di Como. Quei 42 tornanti da Bormio fino allo Stelvio. Quelle abbazie cistercensi e quelle chiese romaniche. Quelle ciclabili lungo l’Adda e il Ticino. Quella chiesetta in cima al Ghisallo.
Quella dove cominciò il Giro d’Italia, la sua storia e i suoi percorsi. Quella dove cominciarono anche il Lombardia e la Milano-Sanremo. Quella dove la bicicletta e il ciclismo trovarono casa e cortile, officina e fiera.
Quella dove non ci sono paracarri o campanili che non possano raccontare una storia, indicare un itinerario, suggerire una partenza o un arrivo, anche in secoli di cementificazioni e mesi di pandemie.
Lombardia. Volendo, potendo, un giro, un bel giro, un gran giro, un gran bel giro. Lo propone il Turbolento Thinkbike, società sportiva dilettantistica milanese formata da amici energici con profondo rispetto per la natura, alto senso del dovere e collaudato gusto del piacere. A forza di pedali. E anche di progetti.
Gran Tour Lombardia si snoda lungo Strade Zitte & GravelRoads (due reti ciclabili tracciate in proprio) con un percorso di 1200 chilometri per 16mila metri di dislivello. Tocca tutte le province della Lombardia, tra pianura e ghiacciai, fiumi e laghi, borghi e città.
E’ definita una “ride” o pedalata non competitiva, su lunga distanza, da percorrere in autonomia e nel pieno rispetto del codice della strada. Due le modalità per affrontare l’intero percorso: Epic Ride, in quattro giorni e quattro ore; e Cycletouring, in 8-12 tappe con meno salita e distanze giornaliere tra 60 e 140 km.
Il percorso può essere suddiviso in momenti differenti. Quelli di Turbolento avvertono come siano “molte le possibilità di modulare l’intero percorso secondo le proprie esigenze, tutte le possibilità sono descritte sul sito e nella app”, online dal 24 luglio. È un lungo anello, ogni punto è buono per partenza e arrivo. La proposta descritta parte da Milano con distanze e dislivelli che in 12 tappe, di più o di meno a discrezione personale, portano a scoprire la varietà culturale e territoriale lombarda. Perché non si pedala solo con i garretti, ma anche con gli occhi e l’anima. Dalle botteghe dei liutai di Cremona alle grandi salite alpine, dai borghi ai laghi, dai vitigni della Valtellina a quelli dell’Oltrepò.
Per informazioni: www.turbolento.net.
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