Kasper Asgreen è uno dei corridori emergenti della Deceuninck Quick Step: «Ho lavorato duramente tutto l'inverno per trovare la forma, ho colto una bella vittoria a Kuurne-Bruxelles-Kuurne e alla Parigi-Nizza ho firmato un terzo posto nella cronometro individuale. Poi... è arrivato il virus e tutto è cambiato. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con tante incertezze, prima si pensava alle classiche, poi al Delfinato, poi abbiamo capito che fino ad agosto non saremmo ripartiti».
Come hai vissuto il lockdown?
«Ho visto persone intraprendere vari hobby, noi a casa abbiamo avviato un grande progetto: rinnovare il nostro giardino. E lo abbiamo praticamente ultimato. Dopo la Parigi-Nizza mi sono concesso una settimana di riposo, poi ho ricominciato ad allenarmi, curando 'allenamento di base e resistenza. Non ero preoccupato per la situazione, anche perché non posso fare nula per cambiarla. E non mi sono mai preoccupato per il mio futuro o per il mio lavoro: sono fiducioso, c’è Patrick Lefevere che combatte per noi. Fortunatamente, il coronavirus non ha colpito la Danimarca: abbiamo avuto solo un blocco parziale e non ho mai avuto problemi per andare al supermercato o allenarmi su strada, anche se in piccoli gruppi».
Voi del Wolfpack avete già affrontato un primo ritiro...
«Momenti emozionanti, soprattutto la ricognizione del Fiandre. Lo scorso anno ho colto uno straordinario secondo posto e ho avuto la conferma di poter essere un corridore da classiche».
Il tuo programma?
«Classiche, ovviamente. E in particolare Fiandre, Roubaix e mondialie - sia la cronometro che la gara su strada - sono tra i miei obiettivi. Quelle sono le gare più adatte a me. E il mio sogno più grande è quello di vincere un giorno una di queste gare».
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