Si è esaltato sulle strade di casa vincendo il Memorial Piffer per Juniores a Lavis, la città del Trentino Alto Adige dove risiede con il papà Giuliano, dal quale ha ereditato la passione per la bici, mamma Roberta (impiegata al Catasto di Mezzolombardo), il fratello Michele che gioca a calcio, e le sorelle Marilena pallavolista, e la piccola Sofia di 3 anni.
Samuel Slomp, 18 anni, portacolori del team Campana Imballaggi Rotogal, studente di chimica al Tecnologico Buonarroti di Trento, è un corridore che ama le salite, un terreno che l'ha visto protagonista sui traguardi di Piancavallo (terzo), nella sua stessa Lavis, e nella classica in linea Noventa-Enego, dove è giunto ottavo. Al Giro della Lunigiana, che ha disputato con la maglia della Regione Trentino, si è classificato al quarto posto nella speciale classifica degli scalatori alle spalle di Tiberi, Piccolo e del tedesco Brenner, ma davanti al vice campione del mondo Martinelli e al tricolore Garofoli. Slomp debutterà il prossimo anno tra gli Under 23 della Zalf Euromobil Désirée Fior.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Sta attraversando un bel momento tanto per i risultati quanto per il valore di tanti giovani emergenti».
A quale età hai cominciato a correre?
«Da G1 correvo per l'Us Aurora di Trento, con una bici Coach rossa».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Vincenzo Nibali per il suo modo di correre, sempre all'attacco».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«Il calcio».
I tuoi peggiori difetti?
«Non ho pazienza».
Altruista o egoista?
«Altruista».
Cosa leggi preferibilmente?
«Libri inerenti allo sport».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere, la disponibilità e la simpatia».
Sei social?
«Credo di essere nella norma».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Toglierei di mezzo quelle persone che fanno solo del male al nostro sport».
Piatto preferito?
«Polenta con spezzatino».
Hobby?
«Calcetto e la compagnia degli amici»
La gara che vorresti vincere?
«Giro d'Italia».
Televisione, cinema o teatro?
«Televisione, i programmi sportivi».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Oggi hanno una certa paura a mettersi in gioco, e sono svogliati».
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