Ed eccoci arrivati all'ultimo giorno di trekking con la partenza dalla fredda e umida Namche per raggiungere Lukla, dove tutto è cominciato. Per raggiungerla abbiamo affrontato 20 chilometri senza un metro di pianura ma in continuo saliscendi: non ce la ricodavamo affatto cosi... Abbiamo percorso tutta la strada affrontata nei primi due giorni di cammino in un solo giorno, con il problema che la discesa a piedi non è certo come farla in bici.
Tra carovane di muli e yak, vento contro e saliscendi continui, possiamo dire che è stata la giornata peggiore di tutte. E adesso, dopo quasi 5 ore, siamo spalmati sui divanetti del lodge a bere Milk Tea mentre la birretta per festeggiare ce la teniamo per questa sera, perché se la beviamo ora, come dicono da noi, finiamo sul tetto del lodge!
Alla fine abbiamo percorso quasi 140 km in soli 11 giorni, compresi i giorni di acclimatamento: il risultato è che adesso siamo davvero belli stanchi. Ma ci consola il fatto di essere stati fortunatissimi con il meteo: solo oggi il cielo comincia ad essere più nuvoloso e sta salendo la foschia.
Questa sera dormiamo a Lukla e domani mattina abbiamo il volo per Kathmandu (decollando con un pauroso salto nel vuoto della valle) dove avremo un paio di giorni a disposizione per visitare la città, i suoi quartieri e i templi prima di ripartire alla volta dell'Italia.
Il trekking per il Campo Base dell'Everest è stato un'esperienza incredibile e più dura di quello che ci aspettavamo e che l'opinione comune crede. Dura per la quota, ma soprattutto per il percorso che è davvero impegnativo sotto il profilo dell'altimetria, ancor di più se affrontato - come abbiamo fatto noi - con lo zaino sulle spalle e senza l'aiuto di alcun portatore.
La nostra guida Dil è stata fantastica, ci ha fatto davvero vivere al 200% questi 12 giorni, immergendoci letteralmente nella cultura della montagna himalayana e del Nepal, con le sue tradizioni, i suoi riti buddisti, il suo fascino unico e contagioso.
Adesso che tutto è finito, possiamo dire che è stata una cosa da pazzi affrontarlo senza preparazione e con uno zaino così pesante, ma quando la motivazione e la voglia di fare qualcosa è tanta come la nostra, tutto passa in secondo piano.
Giorgio ed io vi salutiamo con un invito: se volete fare qualcosa, mai mettere il nome "Domani" a quel che avete in progetto. Fate come noi: prendete uno zaino, un volo aereo e venite a conoscere una parte di mondo che ha tanto darvi!
12 - FINE
LE PUNTATE PRECEDENTI
1 - Paolo Simion e il trekking verso l'Everest
2 - L'aeroporto più pericoloso del mondo e via!
3 - Un piccolo record verso Namche Bazar
4 - Quando la notte si fa fresca...