DIARIO DAL NEPAL. LE STELLE SI SPENGONO SULL'EVEREST - 10

REPORTAGE | 20/11/2019 | 07:22
di Paolo Simion

Rispetto al programma originario, abbiamo avuto una sveglia posticipata alle 3 45 e siamo partiti alle 4 10. Ho preso la torcia frontale, ma appena siamo usciti l'ho spenta subito: luna e stelle illuminavano tutto e la loro luce, riflettendosi sulla neve, rischiarava che sembrava di essere in pieno giorno. In cielo neanche una nuvola.


Dopo un'ora e venti di cammino con Dil siamo arrivati a quota 5645 metri sopra la cima Kala Patthar, temperatura a -10°C, con un vento che mi portava via e davanti l'Everest: l'aria era talmente tersa che solo alzando la mano mi sembrava di accarezzare la vetta della montagna più alta del mondo


Ho patito un freddo terribile ma vedere le stelle sparire, la neve illuminarsi di arancione e il sole sorgere è stato uno spettacolo davvero incredibile. Dopodiché sono sceso di corsa, mi sono avventato sulla colazione (dimenticavo, salita e discesa a digiuno, ormai vedevo le stelline) e via per cominciare il camino del ritorno.

Abbiamo deciso di allungare la tappa per arrivate all'hotel dove c'è Giorgio e strada facendo ci fermiamo a mangiare a Periche da un amico di Dil che scopro essere uno sherpa che lavora nelle spedizioni alle vette.

Alla fine, dopo aver percorso 25 chilometri totali, siamo da Giorgio: sta meglio anche se il mal di testa persiste ancora. Mentre riposo penso rifletto sul fattio che sto ovviamente facendo la strada al contrario di come siamo saliti, ma dall'alto verso il basso il panorama sembra completamente diverso ma sempre unico. In pratica è come se scoprissi un aterra diversa rispetto a quella che ho visto finora.

Adesso un bel Fried Rice e via a nanna sperando di riuscire a dormire un po', perché negli ultimi due giorni tra quota 4900 e 5200 ho dormito parecchio male  tipo un'ora di sonno leggero e un'ora sveglio. Non è stato il massimo...

Vi aggiorno domani, buonanotte!

P.S.: per chi non lo sapesse, l'Everest è la piramide nera in foto! Sembra più basso ma è altro 1700 metri in più di quella montagna davanti che sembra più alta di lui!

10 - continua

LE PUNTATE PRECEDENTI

1 - Paolo Simion e il trekking verso l'Everest

2 - L'aeroporto più pericoloso del mondo e via!

3 - Un piccolo record verso Namche Bazar

4 - Quando la notte si fa fresca...

5 - Benedette salviettine

6 - Vegetazione, addio

7 - La prima doccia in quota

8 - La febbre di Giorgio

9 - Alla meta senza Giorgio

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COMMENTI
Non dormire in alta quota
20 novembre 2019 14:38 Manaslu
È normale non dormire in alta quota ma si riposa , per me nel trek del Manaslu ,19 giorni ,non dormire era la normalità ,però riuscivo comunque a riposare , tanta era la voglia che arrivasse giorno per ripartire ed ammirare paesaggi mozzafiato fantastici, che la stanchezza ed il sonno sparivano,però alla fine del trek a Katmandu ti senti stanco appagato ,li si che ho sentito la stanchezza .Comunque esperienza da ricordare ,e se possibile ripetere magari al B.C .Everest.

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Zandegù del 1940, Basso del 1945. Zandegù padovano di Rubano, Basso vicentino di Rettorgole frazione di Caldogno. Zandegù figlio di un fornaio, Basso figlio di un contadino. Zandegù unico figlio maschio secondogenito con sette sorelle, Basso primo di tre fratelli....


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