La lotta al doping continua e ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 farà il suo esordio un nuovo test: lo ha confermato il presidente del Cio Thomas Bach intervenendo alla quinta Conferenza mondiale sul doping nello sport, in svolgimento a Katowice.
Propio il mese scorso la WADA aveva annunciato la firma di una serie di memorandum d'intesa con sette organizzazioni antidoping (ADO) per quanto riguarda lo sviluppo e l'implementazione dei test DBS, articolati su punti di sangue secco (DBS)”.
«Sulla base dei progressi compiuti nella ricerca, realizzata grazie agli sforzi congiunti dei governi e della WADA, possiamo guardare con fiducia al futuro - ha dichiarato il presidente del CIO -. A questo riguardo, uno dei progetti di ricerca più interessanti è il metodo Dried Blood Spot che rivoluzionerà la lotta antidoping, poiché consentirà una raccolta rapida, semplice ed economica di campioni che possono essere trasportati e conservati in modo semplice ed efficace».
Il nuovo test mira a migliorare la lotta all'Epo ed esamina una "firma molecolare" di ciò che accade a livello genetico per diversi mesi dopo l'assunzione di doping ematico. Ad essere sotto i riflettori saranno i mutamenti nel comportamento di un certo numero di geni del nostro corpo che vengono specificamente modificati dall'assunzione di farmaci che potenziano il sangue o da trasfusioni.
Le sette organizzazioni antidoping che hanno firmato il protocollo d'intesa sono Antidoping Svizzera, Australian Sports Anti-Doping Authority, China Anti-Doping Agency (CHINADA), IOC, ITA (International Testing Authority), Japan Anti-Doping Agency e US Anti-Doping Agency (USADA).
«In un incontro tra questi partner, è stato concordato che il metodo DBS doveva essere implementato entro e non oltre alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022, ma che alcuni aspetti dei test DBS possano essere utilizzati già ai Giochi di Tokyo 2020» ha aggiunto il presidente Bach.