E’ dal 1946, anno di ripresa della corsa rosa, che la Scorta della Polizia Stradale tutela – sul piano viabilistico - la nostra maggiore corsa a tappe, il Giro d’Italia, così come tutte le gare del calendario professionistico e di varie altre categorie in ogni parte d’Italia. E’ una componente importante, per molteplici aspetti e valenze, di primo piano con le peculiari capacità e i valori d’eccellenza che “mette in strada” anche nello svolgimento delle corse ciclistiche, il contributo specifico della “Polstrada”, qui indicata nella sua locuzione identificativa più breve.
Quella della Polizia Stradale è una storia di oltre settantanni, iniziata ufficialmente il 26 novembre 1947, data di fondazione nell’attuale strutturazione, che racchiude nella figura di un valoroso ufficiale d’origine pugliese, Mario De Benedittis, scomparso nel 2012 alla bella età di novantacinque anni, quella del fondatore e del “padre nobile” e benvoluto della Specialità “Polizia della Strada” nell’ambito dell’attuale Polizia di Stato. Fino all’ultimo il generale De Benedittis ha frequentato con assiduità quasi quotidiana la sede del Compartimento della Lombardia e della Sezione della provincia di Milano della Polizia Stradale da sempre, si può dire, con sede in Piazza Prealpi angolo con via Jacopino da Tradate, zona nord-ovest del capoluogo meneghino. E per vari anni, fine 1960-inizio 1970, si sono qui svolte, all’interno della struttura, le operazioni di ritrovo (allora “punzonatura”) e il raduno di partenza della classica Milano-Torino, la decana delle gare in linea italiane, sempre organizzata dall’inizio degli anni 1960 da quella che è ora RCS Sport.
Ed è qui che nasce e si compone ogni anno la Scorta della Polstrada che accompagna lungo le strade d’Italia la corsa rosa (e che sabato prossimo sarà impegnata nella più lunga delle corse in calendario, la Milano-Sanremo. E’ quella che si usa definire un’inveterata tradizione, supportata da requisiti specifici di competenza e continua, testimoniata, capacità e affidabilità in tema che vede infatti il Compartimento della Polizia Stradale per la Lombardia che assolve il compito di selezionare, individure e comporre la squadra dei componenti la Scorta per tutte le funzioni. E facendo ricorso ad un altro detto notissimo – squadra che vince non si tocca -, con la variante, nel caso, di al massimo si “ritocca”, come dicono al Comando del Compartimento della Polizia Stradale per la Lombardia.
Il dispositivo che ogni anno, per il Giro d’Italia, è messo in funzione, operativo per l’intera manifestazione, a livello corsa, risulta composto da circa 40 uomini con lo scudetto blu e cremisi con il simbolo identificativo del centauro, proprio della specialità di Polizia Stradale, portato sempre con orgoglio e peculiare spirito di corpo.
Il comandante la Scorta, composta da una quarantina d’uomini con varia rappresentenza, da tempo, anche di operatori e comandanti del gentil sesso, con personale di vario grado nella scala gerarchica, è un funzionario dirigente scelto fra quelli in servizio all’interno del Compartimento oppure fra i comandanti le Sezioni provinciali lombarde. Il criterio di selezione, consolidato negli anni, contempla, all’incirca, una percentuale di due terzi del personale che abbia già l’esperienza in diversi Giri d’Italia mentre per il restante terzo c’è spazio riservato alle giovani leve, sì neofiti del Giro ma con esperienza comprovata in corse internazionali. E’ un metodo che consente di disporre sempre di una base di scelta allargata, abbondante, aggiornata ed esperta per offrire il migliore apporto di servizio possibile, al meglio.
Il parco mezzi è composto da 6 autovetture, 26 motociclette, 1 furgone officina che agiscono nell’ambito più esteso della gara. L’auto 1 è quella del comandante, auto 2 per il vice-comandante e 20 motociclette che operano propriamente nell’ambito della gara, “à l’écholon course” per usare la terminologia regolamentare. La moto con la bandiera verde segnala l’inizio gara e opera a fianco della vettura organizzativa con a bordo gli ispettori di percorso, la moto con bandierina gialla precede, di circa 100 metri, i corridori battistrada della gara mentre la moto recante la bandierina rossa è a fianco del mezzo di fine gara. C’è pure la moto, in gergo definita “jolly”, che monitora costantemente la viabilità della corsa per riferire al comandante le situazioni di gara affinchè possa disporre le “coperture” maggiormente opportune distribuendo le moto secondo necessità contingenti.
La carovana pubblicitaria, motivo d’attrazione e curiosità per il pubblico a bordo strada in attesa della corsa, anticipa di circa un’ora la gara vera e propria e fruisce dell’assistenza e della tutela della specifica scorta composta dall’auto comando con 6 motociclette dedicate.
L’auto 3 ha soprattutto compiti di tipo logistico e d’assistenza varia. Un’altra vettura, senza numero, assicura l’aspetto della piena efficienza delle comunicazione radio interne della “maglia” Polstrada, sempre in costante contatto con la direzione della manifestazione di Mauro Vegni e quella della corsa, in special modo Stefano Allocchio, abituale interlocutore della Polstrada per vari aspetti del servizio e della collaborazione organizzativa che si sviluppa durante tutto l’anno, in armonico e amichevole rapporto.
Un’altra delle sei vetture impiegate è dedicata agli aspetti del coordinamento per il rifornimento di carburante ed edigrnze simili del vasto parco mezzi.
Altro aspetto primario del servizio di Scorta Polstrada è quello del costante, tempestivo, raccordo informativo con le Sezioni Polstrada delle province di passaggio della corsa, unitamente a tutte le forze dell’ordine disposte dai competenti organi lungo il percorso, in stretto rapporto d’interazione pure con il dirigente per il collegamento con l’autorità di Pubblica Sicurezza designato dl Ministero dell’Interno per il Giro d’Italia. Sono situzioni con contatti continui per monitorare, in ogni aspetto, lo sviluppo della gara che avvengono con discrezione, in continuità, non rilevabili all’esterno, comunque di estrema importanza, a vasto, vastissimo, raggio, per prevenire e controllare ogni possibile evenienza attinente la gara e l’ambiente di svolgimento. E sulla strada sono sempre possibili molteplici sorprese di tipo meteorologico e ambientale, anche in senso lato, che potrebbero influire sul regolare svolgimento della manifestzione e la conoscenza preventiva e anticipata consente l’attuazione di piani d’emergenza individuati con immeditezza, “in itinere”, con soluzioni straordinarie, pure “inventive” e produttivamente fantasiose come alcune attuate, in vari tempi al Giro e in altre classiche, condotte in sinergia con la struttura organizzativa e la direzione sportiva. E il tale ambito l’opera propria, per la sua parte, della Polstrada, costituisce lo snodo di riferimento e praticabilità della soluzione d’emergenza necessaria.
E’ da ricordare pure il ruolo e la funzione educativa dell’affermato servizio denominato “Pullman Azzurro”, sia alle partenze, sia agli arrivi, delle tappe del Giro d’Italia. E’ una sorta di aula scolastica semovente, itinerante, con moderne strutture multimediali in materia di sicurezza stradale che intergisce pure con il progetto Biciscuola promosso da RCS Sport che punta all’insegnamento ai giovani, anche attraverso il gioco e il divertimento, dell’educazione e della sicurezza stradale, materia propria della Polizia Stradale. E’ un’iniziativa che riscuote vivo interesse, sovente attuata anche in altre corse. E pensiamo possa essere magari illustrata, più compiutamente, in altra circostanza, così come il capillare, nascosto, ma non per questo meno importante, lavoro di formazione, su tutto il territorio nazionale, del personale ausiliario di supporto alle gare ciclistiche coordinato dalla Polizia Stradale.
Anche per il Giro d’Italia 2019, il centoduesimo della serie, la presenza della Polizia Stradale, con la sua operatività efficiente, costituirà motivo di sicurezza con gli spettatori che riserveranno sempre simpatia e ammirazione alla Scorta quando, in spettacolare e scenografica formazione, raggiungerà il ritrovo di partenza per poi distribuirsi lungo il percorso, secondo contingenti necessità della gara, fino all’arrivo, quali efficienti custodi della sicurezza viabile per corridori, seguito e pubblico, su ogni strada, con ogni condizione di tempo, nei luoghi attraversati dal lungo serpentone rosa della festa mobile di maggio che quest’anno, come è noto, prevede la partenza da Bologna sabato 11 e conclusione a Verona il 2 giugno.
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