«Sulla Cipressa mi sono reso conto di avere una buona gamba, ho rimontato posizioni su posizioni, aspettavo solo che si muovesse qualcuno. La pioggia e il freddo hanno reso la giornata difficile, ma tutto è andato alla perfezione. Quando mi sono reso conto che avevamo fatto il vuoto, ho forzato in prima persona. Non mi sono mai girato, a parte agli ultimi 50 metri. La parte più difficile è stata fronteggiare il vento contrario negli ultimi 2 km, quei viali sembravano non terminare mai. Avevo paura che il gruppo mi riacciuffasse, come capitato altre volte. Sono andato a tutta fino alla fine e da dietro ho avuto un bravissimo Colbrelli a farmi da stopper. Alla Tirreno ogni giorno sentivo la gamba crescere, sono arrivato al via a fari spenti, è stato l'avvicinamento ideale. Davvero, non mi rendo ancora conto di cosa ho fatto...».
a cura della redazione