Pippo, al via della tua 19esima stagione tra i professionisti, l'entusiasmo è lo stesso che avevi a 18 anni al debutto nella massima categoria in maglia Mapei? «Dal 2000 è passato ormai tanto tempo. Purtroppo con gli anni aumentano i pensieri e si cambia però la passione per questo sport e l'amore per il ciclismo che tanto mi ha dato sicuramente sono sempre le stesse e con una maggiore maturità apprezzo ancor di più il tutto. Rispetto all'inverno scorso ho avuto meno distrazioni, mi sono concentrato solo sul lavoro, mi sono presentato al via più magro e sereno. Ho lavorato bene, anche se gli anni passano e il livello è sempre altissimo quindi essere all'altezza diventa sempre più difficile. Sono entusiasta di attaccare il numero alla schiena, un anno di più».
Cosa ti aspetti? «Voglio far bene nelle corse che contano, come la Milano-Sanremo e, se riceveremo l'invito, il Giro delle Fiandre. Sono davvero felice che la Wilier Triestina Selle Italia abbia ricevuto la wild card oltre che per il Giro d'Italia per la Tirreno-Adriatico, una corsa fondamentale per l'avvicinamento alla Classicissima a cui non ho potuto partecipare gli scorsi due anni. La corsa rosa sarà la vetrina più importante per la squadra, io ci sarò con l'obiettivo di conquistare una tappa. Sempre che ce ne siano di adatte alle mie caratteristiche, altrimenti proverò comunque a inventarmi qualcosa. L'obiettivo in generale per il mio 2018 è tornare ad alzare le braccia al cielo, almeno una volta».
A settembre spegnerai 37 candeline, per quanto ti vedremo ancora in sella? «Avevo dichiarato che questa sarebbe stata la mia ultima stagione, ma se riuscirò a competere ancora a un buon livello potrei continuare per un altro anno ancora. Voglio eguagliare il mio guru Matteo Tosatto, che è arrivato a 20 anni di professionismo».
da San Juan, Giulia De Maio