Tao Geoghegan Hart, l'allievo perfetto

di Giulia De Maio

Al Tour of the Alps abbiamo conosciuto Tao Geo­ghe­gan Hart e abbiamo imparato a scrivere correttamente il suo nome in vista del Giro d’Italia. È più semplice del previsto, sulla sua pagina wikipedia trovate anche l’audio per la pronuncia corretta.
Il vincitore della prima e quarta tappa del #TotA nonché secondo classificato nella generale è nato 24 anni fa a Hackney, un borgo nella parte nord-est di Londra. Come il compagno Sivakov, si era già messo in mostra nel nostro paese nelle categorie giovanili.
«Da junior ho vinto il Giro della Lu­nigiana, una delle corse più belle che abbia mai disputato perché permette un confronto internazionale unico a quell’età, e il Trofeo Piva. Mi piace correre in Italia, ma qui siamo ancora in Austria…» scherzava con la stampa a Kufstein dopo la sua prima vittoria da professionista.
Il talento londinese, che nel team fa da collante tra il gruppo inglese e quello sudamericano per la forte amicizia che lo lega ad Egan Bernal, vive in Spagna con la fidanzata Hannah Barnes, professionista della Canyon Sram. Con­si­derata la somiglianza con lo spagnolo, capisce la nostra lingua e si sforza di usare qualche parola in italiano. «Da bambino ho giocato a calcio, la bici la usavo solo come mezzo di trasporto, ho scoperto che era uno sport a 13-14 anni quando, grazie alle due ruote, ho iniziato ad avventurarmi fuori dalla città. Anche se le strade che trovavo erano per lo più pianeggianti e non con salite emozionanti come quelle che ho scalato tra Austria e Italia nei giorni scorsi, ho assaporato la libertà e il piacere della scoperta, mi so­no innamorato subito del ciclismo - racconta -. La prima gara a cui ho partecipato era all’Herne Hill Velodrome, costruito per i Giochi Olimpici del 1948. Amo viaggiare, in questo senso mi sono scelto il lavoro perfetto, infatti non sono mai a casa... Ho 4 tra fratelli e sorelle che non vedo da Natale, quando posso adoro passare del tempo con loro. Ultimamente ho restaurato un camper Volkswagen degli anni ’70 che mi ricorda molto la mia infanzia».
È un ragazzo curioso e con tanta voglia di imparare, da dilettante ha militato nell’americana Hagens Berman di Axel Merckx che gli ha permesso di girare il mondo e accumulare esperienza internazionale. Ora cresce sotto l’ala di Froo­me per il quale spende parole al miele.
«Chris non è solo il mio capitano, ma una persona umile e alla mano come poche altre. Lavora davvero duro, per me è un onore allenarmi anche un solo giorno al suo fianco. La dedizione con cui si impegna per superare i propri limiti è un esempio per un giovane co­me me. Sono fortunato, posso ammirare da vicino uno dei migliori atleti del mondo mentre svolge il suo lavoro, quello per cui è nato e in cui eccelle. Vederlo in allenamento è una meraviglia per gli occhi».
Molto brillante anche con un microfono davanti alla bocca, quando gli chiediamo come si è trovato a rivaleggiare con un campione come Nibali risponde: «Secondo me è giusto trattare tutti all’interno del gruppo come tuoi pari, personalmente rispetto tutti e pretendo che gli altri rispettino me. Sia che si tratti di un neoprofessionista che milita in un team piccolo o un grande campione come Vincenzo, qualunque av­ver­sario ha i suoi punti forti e le sue de­bolezze. Confrontarmi con lui è un onore, sono cresciuto guardandolo in tv, ma in gara non ci penso, resto concentrato sul piano del mio team. Sono convinto che si possa imparare anche dagli avversari, guardando come corrono. Nei prossimi mesi spero di avere altre opportunità per confrontarmi con lui e gli altri big, il Giro d’Italia sarà una bella opportunità in questo senso. In vista della corsa rosa sono davvero eccitato. Correre in Italia è fantastico, i tifosi sono super. Durante le tappe del Tour of the Alps sentivo urlare “dai, dai, dai Vincenzo” e allo stesso tempo “Forza Chris”, questo è quello che rende il ciclismo speciale, puoi tifare corridori di diversi team, del tuo Paese ma anche di ogni altra nazione. Non vedo l’ora di vivere 21 giorni così».
Molto appassionato di calcio, da sempre tifoso dell’Arsenal, ha scelto il Gi­ro d’Italia come suo grande obiettivo del 2019. A proposito della corsa rosa, sul suo profilo twitter nei giorni scorsi aveva avvisato: “Al fantaciclismo mi hanno acquistato solo 21 persone. Prima del Giro dimostrerò il mio valore…”. Ci è riuscito, eccome.
«Per quanto riguarda la corsa rosa vo­glia­mo costruirci dei bei ricordi, guardando al futuro, ma anche sfruttando al massimo il presente - prosegue questo pel di carota con gli occhi vispi e un sorriso contagioso -. Senza dubbio Egan è pronto per lottare per la maglia ro­sa, già da neoprof ha dimostrato di essere tra i corridori più forti al mondo e questa primavera ha confermato quanto bene si dice di lui. Si è ripreso da cadute e infortuni con una grinta che in pochi hanno, ha il carattere per confrontarsi con grandi avversari. Sarà il suo primo assalto a un grande giro e comunque vada sarà una super esperienza sia per lui che per tutti noi. Sarà un capitano fantastico, darà del filo da torcere a tutti».
Anche per il suo futuro, Tao ha le idee chiare. «Ora come ora non voglio precludermi alcuna corsa, ma nei prossimi anni punterò ai grandi giri. Gli obiettivi che mi sono prefissato a breve termine sono i mondiali nello Yorkshire di quest’anno e i Giochi Olimpici di To­kyo 2020».

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