Addio a "Richelieu" Leonardo Ordazzo

LUTTO | 06/12/2016 | 16:13
Si sono celebrati questa mattina a Torino, a due passi dal glorioso Motovelodromo di Corso Casale, i funerali di Leonardo Ordazzo, l’indimenticato e carismatico segretario del Comitato Piemontese della FCI, spentosi domenica all’età di 86 anni. La Federazione era rappresentata dal Presidente Onorario del Comitato regionale Mario Rampi e dagli ex Presidenti Carlo Zuccaro e Luigi Mainero.
Torinese, classe 1930, fin da giovanissimo Ordazzo aveva frequentato l’ambiente del ciclismo grazie all’amicizia, maturata in tempo di guerra a Murisengo, con il Commendator Luigi Bertolino, che fu Presidente del Comitato regionale FCI (e poi per breve tempo Presidente nazionale) negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale. Entrato a sua volta in Comitato nel 1948, appena diciottenne, con le mansioni di impiegato amministrativo, per 35 anni Leonardo - che nel frattempo si era diplomato ragioniere studiando di sera - ne era ben presto diventato un insostituibile punto di riferimento, per tutte le società ciclistiche piemontesi ma anche e soprattutto per i vari Presidenti che si sono succeduti alla guida del Comitato dopo la morte di Bertolino: Mario Cannonero, Giovanni Mainero, Tino Rolle, Elio Allasa ed Enzo Tamarin. Non a caso venne soprannominato “Richelieu”, per sintetizzare  quello che, ai tempi della sua segreteria, molti pensavano di lui, relativamente al ciclismo piemontese: “Non si muove foglia che Leonardo non voglia”.
    Per la sua precisione, e per la perfetta conoscenza dei regolamenti e di tutti i meccanismi che regolano il buon funzionamento di un organo periferico, il ragionier Ordazzo era molto stimato anche in campo nazionale e non a caso nei primi anni ‘80 venne chiamato a curare la logistica di numerose gare organizzate in proprio dalla Federazione, come il Giro di Sardegna, i campionati italiani e il Giro d’Italia dilettanti.
    Leonardo Ordazzo era andato in pensione nell’ormai lontano 1983, ma il ricordo della sua lunga attività in Comitato è ancora vivo nella mente delle società, dei corridori e di tutti gli addetti ai lavori meno giovani. Non a caso l’Associazione Piemontese Corridori Ciclisti (Presidente Guido Messina, vice Franco Balmamion, Giorgio Occhiena e Italo Zilioli) l’anno scorso proprio di questi tempi, nel corso della Festa del ciclismo di fine anno, aveva conferito un simbolico riconoscimento all’indimenticabile Richelieu.

Franco Bocca

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