Il corridore nipponico della NIPPO Vini Fantini, 24 anni da Nara, una cittadina vicino a Osaka, è entrato nella fuga di giornata insieme ad altri cinque corridori provando a resistere sino al traguardo, riassorbito dalla volata del gruppo a soli 300 mt dal tragurado.
Cosa avrebbe voluto dire per te battere questi campioni?
«Sarebbe stato stupendo, avrei pianto come un bambino. In corsa penso sempre a vincere, anche se non è per niente facile soprattutto per un gregario come me. Io faccio quello che mi dice il mio direttore sportivo Giuliani, cerco di cogliere le occasioni che mi si propongono».
Ti manca il Giappone?
«No, in Italia sto benissimo. L'anno scorso ho vissuto a La Spezia, quest'anno invece mi sono spostato a Bologna. Si mangia bene, mi piace molto la pasta e la pizza, il clima è bello e le strade sono adatte per i ciclisti. La mia famiglia è felice e fiera di me. I miei genitori pedalano per passione fin da quando sono piccolo, mio fratello è anche lui corridore, mentre io rischiavo di vincere qui in Argentina lui si è piazzato terzo al campionato asiatico a cronometro. Ho anche una sorella ma lei non va in bici».
Come è entrato il ciclismo nella tua vita?
«Ho iniziato a pedalare a 6 anni, a scuola in Giappone proviamo tanti sport e quando sono montato in bici me ne sono innamorato. Ho vinto la prima corsa a cui ho partecipato e ho pensato: questo è il mio sport».
Un sogno per la tua carriera?
«Vincere una tappa al Giro d'Italia».
da San Luis, Giulia De Maio
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