GUERCILENA. «Segafredo, un'occasione da non perdere»

PROFESSIONISTI | 21/01/2016 | 07:56
«Abbiamo una grande op­portunità ma anche una grandissima re­spon­sa­bilità, e da buo­ni ciclisti quali siamo, non ci preoccupiamo più di tanto: sappiamo che si deve sempre dare il massimo per cercare di assicurare ad aziende del livello di Trek e ora di Segafredo, quello che me­ritano».
È sempre in movimento, anche quando potrebbe stare fermo. Luca Guercilena non è tipo da caminetto, anche perché la sua giovane età lo porta ad essere attivo anche in un periodo che molti considerano di riposo.

«A parte il fatto che a me piace da sempre il riposo attivo - ha spiegato il giovane team manager del Team Trek -, ma ormai di momenti per tirare il fiato non ce ne sono più. E nel periodo in cui i corridori si ritagliano il loro sacrosanto spazio di recupero, noi siamo im­pegnatissimi ad impostare la nuova stagione. Io e i manager di Trek, quest’anno, abbiamo poi avuto il piacevole impegno di siglare un accordo importantissimo che potrei anche definire storico con gli amici di Segafredo. Come ho detto, per noi è una grande opportunità, ma abbiamo anche una responsabilità in più».

Luca Guercilena è diventato il manager capace di organizzare il matrimonio dell’anno, con una azienda che era da tempo che stava pensando al ciclismo, ma non riusciva a trovare un progetto che le desse ciò che stava cercando.
«Da preparatore sono passato ad essere manager grazie a persone come John Burke (figlio del fondatore Dick, che creò la Trek negli Anni Settanta durante le crisi del petrolio, ndr) che ha avuto il coraggio di puntare sul sottoscritto. Ora, con il presidente Massimo Zanetti c’è stato un colpo di fulmine per qualcosa di importante. Non si vedeva da almeno due decenni, dai tempi della Mapei, un’azienda italiana di questo livello investire nel ciclismo. È una notizia meravigliosa di cui io va­do orgoglioso, perché credo che questa non sia un’opportunità solo per Trek, ma per tutto il movimento. Spero che ci siano altre aziende italiane che si ac­corgano delle potenzialità del ciclismo, e che nell’immediato futuro possano anche loro prendere in considerazione un possibile investimento in questo sport».

Una grande azienda italiana, per fare an­cora più grande un team mondiale…
«Ma mondiale è anche la Segafredo, che porta con sé l’orgoglio tricolore, ma sogna e ambisce a successi globali».

Pronti?
«Io prontissimo, spero, ma ne sono sicuro, che lo siano anche i ragazzi».

Venticinque corridori: 18 conferme e sette nuovi innesti.
«Non abbiamo cambiato molto, ma ci sono stati degli importanti acquisti che sono sicuro serviranno al team per essere più competitivo. Abbiamo per­so Danny Van Poppel e Bob Jun­gels, due giovani di valore, ma li abbiamo sostituiti con Peter Stetina e Kiel Reijnen. Ryder Hesjedal è un innesto importante, di grande valore che andrà a garantire peso specifico a tutta la squadra soprattutto nei Grandi Giri. È un atleta di esperienza, che può dare ancora molto, sia in corsa che fuoricorsa, con il suo carisma e la sua esperienza. A questi vanno aggiunti anche Bobridge, che sappiamo essere un grande ta­lento, quindi Theuns e Bonifa­zio, che sono stati tra i migliori corridori dell’Europe Tour. In­somma, mi sembra che sia stata fatta una buona campagna acquisti».

Cosa ti aspetti dal 2016?
«Molto. Lo dico senza tanti giri di parole, perché siamo americani e gli americani non amano tanto i ghirigori: sono diretti, franchi e immediati. Dopo un 2014 che è stato l’anno del no­stro esordio e una stagione, quella ci siamo lasciati alle spalle e che ci è valsa 21 vittorie, chiedo un salto di qualità, forte ed evidente. Abbiamo tutto per farlo. Abbiamo il dovere di ottenerlo».

Cancellara che calendario farà? Dopo le classiche darà l’addio o per lui ci sarà una stagione piena?
«Fabian debutterà a fine di questo me­se a Maiorca. Ma la novità, al di là del­le classiche (ha vinto tre Giri delle Fiandre e tre Parigi-Roubaix, ndr) e della prova olimpica di Rio, è il Giro d’Italia. L’ha già corso nel 2007 e nel 2009, sempre ritirato. Stavolta no, Cancellara vuole la maglia rosa nella cronometro inaugurale della 99a edizione ad Apeldoorn, nella tappa che scatterà dal velodromo olandese. La maglia gialla del Tour (indossata 29 volte, ndr) è certamente la più prestigiosa, ma quella rosa del Giro ha più passione. In carriera Fabian ha vestito sia quella gialla che quella rossa della Vuelta: so che vorrebbe chiudere la carriera completando la sua personalissima collezione».

E il 2016 è anche l’anno del tuo ritorno in casa Mapei…
«È vero, da quest’anno per la preparazione ci affideremo ad un centro che per me è davvero una seconda casa. Con noi lavoreranno, a stretto contatto con tutto il team, Andrea Morelli e tutto lo staff di Mapei Sport. Anche questo per me è un motivo di orgoglio. È una grande opportunità che ci viene concessa e che dobbiamo onorare».

Nibali interessa alla Trek, Vinokourov dice che il siciliano non si muoverà dell’Asta­na: come è la situazione?
«Aperta. Non ho mai nascosto il no­stro interesse, ma so anche che i celesti Astana faranno di tutto per non privarsi di un corridore di valore come Vin­cenzo. Noi stiamo lì, alla finestra, pronti a intervenire se ci sarà la condizione per farlo».

Pier Augusto Stagi, da tuttoBICI di gennaio
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COMMENTI
Jungels
21 gennaio 2016 21:43 IngZanatta
Io avrei tenuto Jungels, ha solo 23 anni ed ha già fatto vedere buone cose. Speriamo che Cancellara arrivi al Giro davvero motivato ed in forma, sarebbe spettacolo assicurato

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