ZILIOLI: «PRIMA AIUTO CUNEGO, POI PENSO A ME STESSO»

PROFESSIONISTI | 09/01/2016 | 07:12
Si nutre, ma non si può certo dire che mangi. Ce l’ho al mio fianco, Gianfranco Zilioli, classe ’90, bergamasco di Casnigo nella Bergamasca, terra di ciclismo e ciclisti con un cognome evocativo soprattutto per il ciclismo e per i ciclisti, ma che a lui dice poco. Magia con la voracità di un ucellino, il giusto, senza esagerare. Terzo anno da professionista con una nuova maglia, quella della Farnese Vini Nippo cicli De Rosa, che questo pomeriggio si presenterà in grande stile al teatro di Chieti.

Si nutre Gianfranco Zilioli, non si può certo dire che esageri con il cibo: il necessario per essere reattivo in bicicletta. «Peso sessanta chili adesso, un peso che ho distribuito su un fisico di centosettanta centimetri  - ci racconta lui con pacata precisione -. Sento di stare bene, ma sento ancor di più la necessità di fare tutto il necessario e il possibile per partire bene, per fare una grande stagione, per fare il salto di qualità, perché lo voglio, perché sento che non ho più tempo da perdere, perché so che è giusto così».

E dire che tutto era incominciato alla perfezione: da stagista, il 22 settembre del 2013, vittoria per distacco al Gp Industria e Commercio di Prato. Poi fine…
«Forse credevo che fosse troppo semplice, troppo facile, ma così non è – dice lui con assoluta franchezza -. Il salto di categoria si sente, non è facile, mentre è invece facilissimo impantanarsi, perdere la lucidità e la fiducia in se stessi».

Come mai via dall’Androni per passare alla corte di Francesco Pelosi?
«Savio, al quale non finirò mai di dire grazie, mi avrebbe anche tenuto, ma della Vini Fantini mi è piaciuto il progetto: fino a maggio devo aiutare Cunego. La speranza è avere una “wild-card” per il Giro, poi da metà giugno, quando incomincia il caldo, ho carta bianca. Posso pensare a me stesso. Io con il caldo vado sempre bene e voglio davvero raccogliere qualcosa di buono, ad incominciare dai campionati italiani (probabilmente a Boario, ndr). Un anno fa quarto, anche se dopo la squalifica di Reda posso dire di essere arrivato terzo».

Quando inizierà la tua stagione?
«A Donoratico, molto più tardi rispetto alle scorse stagioni, quando iniziavo dal Tour St.Luis in Argentina».

La corsa dei sogni?
«La Milano-Sanremo, una corsa sognata fin da piccolo».
 
La maglia più bella? 

«Il campionato italiano: che bello poter vestire per un anno intero la maglia tricolore. Ma quest’anno intanto puntiamo alla coppa Italia…».
 
Come ti definisci?
«Passista scalatore, che ama le alte temperature. Sono un diesel che più pedala e più va forte. Meglio sull’ultima che non sulla prima salita. Da migliorare? Soprattutto nella velocità e nelle aspettative, che io per primo mi ero posto come obiettivo».

da Chieti, Pier Augusto Stagi
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