Matteo, come hai trascorso l'inverno? «Molto bene. Sono stato tranquillo a casa, in famiglia. Il bel tempo mi ha aiutato, mi ha permesso di allenarmi al meglio senza dovermi spostare alla ricerca del caldo. Questa volta le temperature miti hanno graziato noi ciclisti».
Che impressione ti hanno fatto i nuovi
compagni?
«Si sono integrati bene tutti fin dal primo ritiro. Sia i più giovani che i più esperti come Marcel Kittel, già in forma, e Daniel Martin, si sono dimostrati alla mano e con grande voglia di fare. Anche per il 2016 sono convinto siamo una bella squadra che potrà essere competitiva su più terreni».
Quale sarà il tuo ruolo?
«Boh (ride, ndr). Partirò da Maiorca, poi correrò il Dubai Tour, quindi per la prima volta salterò l'apertura delle classiche in Belgio e andrò in altura da solo sull'Etna. Allenarmi in quota, per esperienza personale, mi ha sempre fatto bene perciò spero mi darà quel qualcosina in più che mi è mancato finora nelle classiche, a cui sapete quanto tengo. Adoro Fiandre e Roubaix».
Il tuo motto per questa stagione?
«Dare il massimo, raccogliere il meglio possibile. La prima parte della stagione sarà improntata sulle classiche. Voglio essere più consistente. L'anno scorso a parte il terzo posto ad Harelbeke, vuoi per colpa della sfortuna, degli infortuni, della condizione non al top non sono andato ai livelli a cui mi aspettavo, in alcune delle mie corse preferite sono stato addirittura anonimo, non deve più succedere».
Dopo le classiche dove ti vedremo?
«Non lo so ancora. Mi piacerebbe disputare il Giro, ma lo valuteremo a tempo debito. Se conclusa la campagna del nord sarò finito come un pero sarà meglio staccare e presentarsi in forma alla seconda parte di stagione».
Alla fine dell'anno sarai soddisfatto se...?
«Se sarò migliorato. Ogni anno sono cresciuto un po'. La prima parte del 2015 è stata da dimenticare ma per il resto anche nella stagione passata sono convinto di aver superato un ulteriore step. Non voglio indicare degli obiettivi precisi, vedremo dove sarò in grado di arrivare. Certo è che bisogna puntare sempre più in alto».
da Calpe, Giulia De Maio
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