Quanto ti dispiace non essere stato convocato per il mondiale?
«Ieri alla Bernocchi ho fatto il massimo per dimostrare di avere un'ottima condizione, anche rinunciando al risultato finale. Sicuramente sono dispiaciuto, ci speravo quindi è stata una delusione, ma è già stato un onore essere inserito nella preselezione, ero tra i 14 prescelti e non è cosa da poco. Ovviamente correrlo sarebbe stato la ciliegina sulla torta di una stagione positiva, ma prendo atto delle scelte prese e so che in gioco ci sono tante variabili. Mi dispiace, ma non è morto nessuno. L'importante è andare forte, le occasione arriveranno».
Sei tra i corridori meno considerati in Italia, pensi abbia inciso anche questo?
«Io penso soltanto a fare bene il corridore, poi le decisioni spettano ai tecnici. Oggettivamente è vero, non c'è molta considerazione anche a livello mediatico nei miei confronti ma per me non è un problema importante. A me importa essere considerato all'interno della mia squadra così da poter disputare un buon calendario. Per quanto riguarda la nazionale, spero l'anno prossimo di poter fare esperienza in maglia azzurra e poi di dimostrarmi all'altezza per il mondiale dell'anno prossimo».
Dopo la vittoria alla Vuelta, è arrivato il momento di alzare l'asticella delle ambizioni.
«Voglio finire bene questa stagione con Gran Piemonte, Peccioli e Beghelli per poi preparare al meglio il 2016 in cui voglio confermarmi al livello raggiunto. Vorrei far bene alla Milano-Sanremo e alle Ardenne. Se la MTN Qhubeka avrà modo di disputare il Giro, lo spero davvero, diverrebbe il mio obiettivo principale. Sogno una tappa in rosa».
Giulia De Maio
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