PROFESSIONISTI | 27/06/2015 | 18:38
La notizia più bella è la vittoria di Vincenzo Nibali, che ha nobilitato con il suo bis un campionato italiano piuttosto difficile e complicato. In questo momento, alle 18.20, Vincenzo Nibali, Francesco Reda e Gianfranco Zilioli sono ancora su a Superga, in una stanza della Basilica, in attesa che arrivino da Milano i kit per il prelievo del sangue, dopo aver eseguito come da prassi l’esame delle urine. Il perché di questo ritardo ha dell’incredibile. La dottoressa Tiziana Sansolini, ispettrice antidoping, si è accorta solo alla fine di questa lunga giornata tricolore che mancavano tre kit per il prelievo del sangue (i controllati sono stati otto), ecco perché i corridori sono ancora “ostaggio” dell’antidoping: da Milano devono arrivare i kit mancanti.
La giornata tricolore è stata caratterizzata da una serie infinita di difficoltà: problemi di trasmissione, cellulari isolati, niente wi-fi, niente televisione, niente schermi giganti per i tanti tifosi presenti lungo la salita, neanche un altoparlante sul Gpm dove era presente la maggior parte della tifoseria. Per non parlare di Massimiliano Catasca, che si aggirava in zona traguardo e premiazioni come il vero e proprio “deus ex machina” dell’organizzazione che del pierre ha al massimo la stazza ma i modi sono quelli di un buttafuori della peggior specie di cui il ciclismo può farne volentieri a meno.
p.a.s.
PS. Per la cronaca Nibali e Reda hanno concluso il controllo antidoping attorno alle ore 18.45, mentre Zilioli ha dovuto attender qualcosa come 3 ore e 45 minuti per effettuare il prelievo.
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