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In Oman i ragazzi cominciano a sognare il ciclismo e il Tour of Oman è il loro mondiale. Ammetto che prima di partire per questa trasferta avevo faticato a credere ai tanti racconti arrivati per mezzo degli altri colleghi, ma è bastato passare anche una sola giornata nella carovana targata Aso per rendersi conto di quanto l’amore per questo sport sia in grado di accendere il paese del Medio Oriente. Tra le tante squadre presenti alla competizione si ritaglia un ruolo speciale la piccola selezione della nazionale Omanita che ogni giorno vive il suo piccolo sogno e cerca di combattere a centro gruppo con tutte le armi che ha a disposizione.
Atterrati in Oman, fin dal primo giorno siamo stati incuriositi da questa formazione, abbiamo cercato di capire come avvicinare un presidente, un direttore sportivo e alla fine abbiamo scoperto che in quel sogno c’è anche un pezzo di Italia. Alla guida della squadra Omanita c’è Maher Hasnaoui, ex ciclista professionista tunisino dal 2007 al 2022 che alle sue spalle ha esperienze di ogni tipo, tra titoli nazionali vinti e grandi corse disputate. Tra gli under 23 ha corso nel nostro paese nell’allora Acqua e Sapone, si è innamorato dell’Italia e da quel momento ha deciso di imparare la lingua e tornarci il maggior numero di volte possibile. E’ stato al via di del Giro del Trentino, della Coppi e Bartali - ci ha anche confidato di essere un assiduo lettorie di tuttobiciweb - e ne approfittiamo per farci accompagnare in un magico viaggio tra i sogni e le speranze dei ciclisti dell’Oman.
Maher è arrivato in Oman grazie ad alcuni suoi ex compagni di squadra, cercavano qualcuno che potesse portare un po’ di esperienza in un Paese così lontano dal ciclismo e così è iniziato tutto. Ora è il direttore sportivo della selezione omanita, una responsabilità grande che nasconde un lavoro ancora maggiore dietro, ma soprattutto un sogno e una passione che diventano il motore di tutto, anche delle cose più impossibili. Il ciclismo in Oman non è uno sport popolare, ad appassionare i tanti tifosi ci pensano quello di squadra come il calcio, oppure sono l’atletica e il nuoto a richiamare tanti atleti, , alcuni dei quali hanno partecipato anche alle Olimpiadi.
«Il ciclismo qui in Oman sta crescendo un po’ alla volta, ma c’è molto ancora da fare, siamo solo all’inizio. Grazie alla nascita del Tour of Oman la gente ha iniziato ad interessarsi a questo sport, ad appassionarsi e a ha provare ad andare in bicicletta. Attualmente abbiamo 3 centri giovanili in varie zone dell’Oman, a Sohar, Muscat e Nizwa in cui i ragazzini possono iniziare a pedalare. L’Uci ed Aso ci hanno dato una grande mano, ci hanno fornito delle bici e l’equipaggiamento, ma ancora non basta. Non ci sono le strutture, ma soprattutto non ci sono molte gare per mettere alla prova i nostri atleti, il divario con "il mondo che pedala" è ancora grande» ci spiega Maher Hasnoui facendoci capire la voglia di fare di questo paese di inseguire un sogno che per certi versi sembra quasi impossibile.
Attualmente in Oman i ciclisti professionisti sono una decina, ci sono dei team locali classificabili come elite e delle corse molto piccole che richiamano gli atleti dei territori vicini. C’è anche dell’attività juniores che cerca di raccogliere i molti giovani incuriositi da questo sport, ogni anno sono sempre di più e il sistema si sta muovendo. L’idea è di creare scuole di ciclismo più attrezzate, ma soprattutto delle vere e proprie gare per i dilettanti e gli junior, aumentare l’attività professionistica iniziando dal team nazionale. Grazie al costante sostegno di Aso e Uci, alcuni ragazzi sono riusciti a partecipare a ad un training camp in Francia e quindi a scoprire cosa c’è dall’altra parte, ma è solo una piccola fetta della torta.
Ciò che ci colpisce maggiormente del racconto di Maher Hasnoui è il modo di considerare il Tour of Oman, una specie di vero e proprio mondiale a cui si preparano tutto l’anno cercando di sfruttare la loro occasione. «Per noi il Tour of Oman è tutto, perché ci dà la possibilità di farci conoscere al mondo, ma anche di incontrarlo. Tutti i ragazzi qui presenti sognano di poter correre con i professionisti e al Tour hanno l’opportunità di farlo, possono pedalare accanto a dei fuoriclasse come Adam Yates o Steven Kruijswik che addirittura ha indossato la maglia rosa, e per loro è un sogno. La gente da casa scopre questo sport, i bambini si appassionano vedendo in fuga i loro connazionali, è così che nasce tutta la magia» prosegue l’ex atleta tunisino che ogni giorno sprona i suoi ragazzi a dare tutto, a rischiare, a fare il possibile. E come ci confida lui scherzando, non è nemmeno facile convincere tutti ad andare in fuga, d’altronde quando mai capita di pedalare al centro di un plotone di questo livello?
E’ magico ciò che riesce a fare il Tour of Oman che attraversa, anima letteralmente, un paese in cui il ciclismo sta poco alla volta trovando il suo posto. I bambini a bordo strada guardano con occhi increduli gli europei, alcuni tentano di avvicinarsi, altri indicano al padre i muscoli di quegli atleti venuti quasi dal futuro. Appena scoprono la bici iniziano a sognare, a viaggiare con la fantasia cercando di immaginarsi tra i professionisti veri. E’ lo stesso Maher Hasnoui a dirci di non sapere se tutto questo sarà mai veramente realizzabile, il viaggio è appena iniziato, ma i sogni sono un motore incredibile. E allora, perché non provarci?
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