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Nicolò Garibbo è ormai una vecchia conoscenza di tuttoBICI, l’avevamo lasciato a fine 2023 vincitore dell’Oscar riservato agli atleti elite con tanti sogni e speranze per il futuro, ma soprattutto la voglia di tornare a vincere. Nel corso del 2024 l’atleta ligure ci è riuscito più volte raccogliendo anche dei buoni risultati nel corso di tutta la stagione ridotta, letteralmente martoriata da quella maledetta sfortuna che continua a perseguitarlo. Nicolò però non si è mai perso d’animo, è caduto, si è rialzato, ha ricominciato da capo ed ora in Medio Oriente sta vivendo la prima parte della sua avventura nel team giapponese della JCL Team Ukyo.
Ieri proprio nel finale l’abbiamo visto coinvolto in una caduta spettacolare sull’arrivo: la bici del ligure ha letteralmente preso il volo e lui è finito transenne, senza fortunatamente subire conseguenze. Nicolò si è rialzato, così come fa sempre, ha controllato che tutto fosse a posto e poi ha accompagnato la bici al traguardo, con un po’ di rammarico certo, ma con il sorriso di sempre. «Certo che io proprio con la sfortuna… » ci ha detto appena ci ha visto assicurandoci che almeno per questa volta non c’è niente di rotto.
Proprio qualche giorno fa avevamo parlato con Nicolò a proposito dell’importanza di cogliere l’occasione, ma anche sulla necessità di togliersi di dosso una sfortuna che lo sta accompagnando da tanto, troppo tempo.
«Ho 26 anni e sto scoprendo poco alla volta il ciclismo, è strano farlo alla mia età, ormai l’età si è notevolmente abbassata e ora si chiede ai giovani tutto e subito. E’ un clima particolarmente stressante, infatti molti sono esplosi subito e sono caduti brutalmente indietro, io sto cercando di procedere a piccoli passi godendomi tutto quello che trovo» ci aveva detto Nicolò con sguardo chiaro e consapevole su un movimento italiano e internazionale che si muove in modo sempre più accelerato rischiando di lasciare indietro qualcuno. E’ solo l’inizio di una chiacchierata tra i sogni e le speranze di un ragazzo che insegue il suo obiettivo senza volersi mai arrendere. «L’anno scorso mi sono confermato nel dilettantismo e, anche se i chilometraggi sono completamente diversi, i risultati mi hanno dato la spinta per credere nei miei mezzi e provare ad osare. Le gare dei professionisti sono state un bel banco di prova, mi sono trovato bene e anche grazie ai punti uci raccolti ho ricevuto la chiamata del Team Ukyo, quasi non ci credevo».
Nel 2024 ha acquisito esperienza sotto la direzione di Francesco Chicchi nel Team Technipes #inemiliaRomagna ed ora si è già gettato a capofitto nella mischia.
È stato un bel salto da un team tutto italiano ad uno di matrice giapponese, una vera e propria avventura che Nicolò ha affrontato a testa alta e anche come una specie di esploratore alla ricerca del nuovo mondo. «Per me è tutto nuovo magico, un ambiente molto diverso rispetto a quello in cui mi trovavo prima. Nella squadra precedente non ci mancava nulla, ma ora qui abbiamo letteralmente tutto a nostra disposizione, alcune volte mi sembra così strano che intorno ci siano così tante persone pronte a lavorare per me, meccanici, massaggiatori, tutto lo staff e invece è tutto vero - ha proseguìto Nicolò – il team è metà italiano e metà giapponese e un po’ le due culture si mischiano. I giapponesi sono molto più meticolosi ed entusiasti, il patron della squadra è all’interno del nostro gruppo whatsapp e spesso scrive che è contento di quello che stiamo facendo, tante volte è un semplice messaggio ma che basta a darci una carica in più».
Già ad Alula i ragazzi del Team Ukyo erano stati in assoluto i più combattivi sempre all’attacco, sempre pronti a sfidare il gruppo e a lavorare duramente per mettere nelle migliori posizioni Alessandro Fancellu. In Oman la conformazione del territorio è leggermente differente, ma l’obiettivo rimane sempre lo stesso: provarci sempre. «Il nostro direttore sportivo Manuele Boaro è fantastico, è rigorosissimo nel suo lavoro e credo che sia proprio tagliato per farlo, ma al contempo ha smesso da poco e quindi è in parte ancora un corridore. Ci dà tantissimi consigli ed è molto disponibile, ci fa fare tutto quello che avrebbe voluto che qualcuno dicesse a lui. Con Veloview analizza ogni singolo elemento e credo che questo sia un valore aggiunto che ci permette di entrare ancora più dentro la corsa senza essere fisicamente lì». Per Garibbo, Boaro è diventato un vero e proprio un punto di riferimento e proprio seguendo le sue indicazioni nessuno della squadra si è mai tirato indietro.
Nella prima tappa D’Amato ha sfiorato il podio e ieri, se non fosse stato per la caduta, proprio Nicolò avrebbe centrato un bel piazzamento. Oggi in Oman la corsa si fa ancora più dura e la Ukyo è pronta a dire presente, ancora una volta. Nicolò Garibbo non vede l’ora di rimettersi in gioco e prendersi finalmente la sua rivincita, nelle sua mente passano tanti sogni, migliorare ancora e ancora e magari provare ad essere al via del Trofeo Laigueglia, la sua corsa di casa, la corsa che ha sempre sognato.
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