PROFESSIONISTI | 27/06/2015 | 18:06
Se ieri Vincenzo Nibali ci era sembrato preoccupato e in cerca di risposte, oggi le ha trovate strada facendo fino a che ha riindossato la sua maglia tricolore: «Sono felice soprattutto perché ho avvertito le sensazioni che cercavo. Sarà un onore riportare la maglia tricolore al Tour de France, sapete quanto sono legato al tricolore. Il mio sogno è ripetere le gesta di un anno fa, anche se non sarà semplice. Abbiamo cercato con la squadra un avvicinamento simile alla passata stagione, mi dispiace solo che Alessandro Vanotti oggi non abbia corso con noi, per me lui è un uomo fondamentale. Il nervosismo era dovuto anche alla mancanza di vittorie anche se la squadra non mi ha mai messo pressioni e sapevamo che la stagione era studiata per arrivare in condizione in questo periodo. La formazione per il Tour? La saprete lunedì. La maglia che indosserò? Immagino sarà come quella che ho indossato fino a ieri, oggi so che a Expo il presidente del Kazakhistan e il presidente Matteo Renzi si sono incontrati e mi fa piacere. Oggi la salita finale era impegnata, nella prima tornata abbiamo imposto un ritmo alto con Cataldo e Agnoli per poi forzare ancora di più. Ho fatto di tutto per non arrivare con Diego, che aveva già vinto su questo traguardo; Reda non sapevo come stava, ma ha messo in campo un'ottima prestazione. Sapevo di aver lavorato bene e che prima o poi sarebbe stato il momento di raccogliere i frutti».
E sull'imminente Grande Boucle: «Il tour sarà impegnativo, la prima parte sarà molto nervosa, voglio vivermela passo dopo passo. Siamo consapevoli di aver lavorato bene, sono tranquillo, ho svolto avvicinamento giusto e i test mi dicono che i miei valori sono sulla falsariga di quelli del 2014. Temo tutti, rispetto tutti, il più da tenere d’occhio a mio avviso sarà Quintana, il segreto sarà come sempre essere il più regolare possibile. Sul pavé non voglio dire di essere più forte degli altri, bisognerà tenere gli occhi aperti e se ci sarà l'occasione guadagnare terreno. La ricognizione svolta è stata importante, ho visto che la tappa non è lunga come l'anno scorso ma presenta più tratti di pavé apparentemente più stretti, qualcuno leggermente in su e qualcuno che tende in giù in cui potremo andare anche a 60 km/h. C'è una curva ad angolo retto in discesa, se piove sarà molto difficile da affrontare anche per l'erba. La corsa di oggi mi è servita, mi permette di partire con l'Olanda con maggiore fiducia. Ora torno a casa e martedì si parte per il Tour con questa bella maglia tricolore».
da Superga, Giulia De Maio
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