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Cosa pensi del provvedimento dell’UCI che obbliga tutti i corridori a dormire in hotel durante i grandi giri?
«Sentire questa notizia mi ha lasciato alquanto perplesso. Dal mio punto di vista è una delusione apprendere che la nostra federazione internazionale frena lo sviluppo e le tecnologie o comunque non riconosce nel motorhome un passo in avanti per il ciclismo, che invece dovrebbe abbracciare novità di questo tipo per crescere. Non comprendo questa modifica al regolamento e non la condivido, ma come tutti i corridori dovrò accettarla».
Cosa ti aspetti dal Tour?
«Andiamo per vincere con Chris Froome. Sicuramente Quintana, Nibali e Contador stanno dimostrando di andare molto forte e di essersi preparati al meglio per l’appuntamento quindi sarà una bella sfida. Sono felice di andarci senza troppa pressione su di me, darò il massimo per Froome e tutto il team che si presenta al via compatto e in condizione».
Subisci la pressione di vestire i gradi di capitano o è una mia impressione?
«Quando hai la responsabilità di vincere in prima persona non è semplice, ma avere la squadra a propria disposizione è un privilegio. Il Giro per me è stata una grande opportunità, una possibilità purtroppo mancata. Poterlo affrontare da leader è stato un onore e spero ricapiti, ma sono felice di andare al Tour senza troppo stress. Fare il gregario per Chris non è un problema e sarà comunque impegnativo».
Il rivale che temete maggiormente? «Vincenzo. Ha dimostrato di essere molto bravo sul pavé, è intelligente e imprevedibile quindi è quello da cui dovremo guardarci maggiormente. Quintana? Torna dall’altura in Colombia, vedremo come andrà ma mi fa meno paura della maglia gialla in carica».