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«Questo record dell’ora non posso che dedicarlo al mio maestro, a quello che mi ha trasmesso la passione per la ricerca e la cultura del lavoro, che mi insegnato un mestiere che io adoro e ho sempre pensato che questo lavoro lo amo proprio perché sulla mia strada ho incontrato maestri come Aldo Sassi, che hanno saputo coinvolgerti con la loro passione, il loro entusiasmo, la loro travolgente curiosità».
Luca Guercilena parla di getto, con un filo di voce: non è emozionato, ma ha voglia di parlare e di riconoscere al suo maestro che se oggi lui è quello che è, gran parte di questo è grazie ad Aldo Sassi, indimenticato metodologo dell’allenamento e grande ricercatore nell’ambito della scienza applicata allo sport, oltre ad essere stato con Giorgio Squinzi l’ideatore del progetto Mapei Sport, dal quale sono passati tantissimi campioni, ma soprattutto tantissimi ragazzi di talento, come Luca Guercilena, considerato dal professore uno dei suoi allievi prediletti.
«Del record dell’ora ho sempre sentito parlare da Aldo – ci racconta Guercilena, oggi team-manager del Team Trek -. L’impresa di Moser era spesso nei suoi discorsi. E trovarmi ad anni di distanza, a pensare e programmare un record prima con Fabian (Cancellara) e poi con Jens (Voigt) mi ha fatto sentire molto vicino ad Aldo».
A proposito di Cancellara: possiamo dire che Jens Voigt non ha fatto altro che fare da “cavia” in vista del tentativo sull’ora del fuoriclasse svizzero-lucano?
«Diciamo che le indecisioni regolamentari da parte dell’Uci ci hanno portato ad accantonare il progetto – spiega Guercilena a tuttobiciweb.it -. Poi, a fine giugno, quando tutto è apparso più chiaro e l’Uci ha fatto sapere chiaramente con quale mezzo meccanico si può affrontare un record dell’ora, Jens ci ha chiesto se eravamo interessati ad appoggiarlo. Per lui era il modo più bello di dare il suo addio alle competizioni, per noi un modo concreto di verificare scorrevolezza della pista, verificare i materiali e raccogliere una serie di dati che ci torneranno molto utili in futuro».
In soldoni il governo mondiale della bicicletta ha stabilito che il record dell’ora deve essere realizzato solo utilizzando biciclette tradizionali, non “evolutive” come quella usata da Francesco Moser nel 1984 (bici ad asse variabile, con manubrio a corna di bue e lenticolari) o di Obree ne1994 (bici lavatrice). Ma l’ultima discussione, che ha fatto desistere per il momento Cancellara, è stata su cosa s’intendesse per “bicicletta tradizionale”: quella che si usa per le competizioni su strada o quella che generalmente si utilizza in pista? Alla fine hanno deciso che per i record la bicicletta deve essere di fatto quella che viene utilizzata in pista per le prove d’inseguimento.
«Esattamente».
Tutto in un ora, per un record al quale nessuno più pensava e aspirava, mentre Jens Voigt, 43 anni, 17 anni di professionismo, 17 Tour corsi, una moglie e sei figli, ha riproposto come festa d’addio ad un ciclismo pedalato che gli ha dato gloria (62 vittorie in carriera, anche una tappa al Giro, a Varese, ndr), fama e soldi. Il record da battere era quello del corridore ceco Andrej Sosenka, che in un ora, a Mosca, nell’estate del 2005 aveva percorso 49 chilometri e 700 metri. Jens Voigt fa di più. La sua ora sulla veloce pista del «Velodrome Suisse» di Grenchen sconfina oltre i 51 km: 51,115, per la precisione.
«Jens ha fatto un’ottima prestazione, considerando che l’ha effettuata a livello del mare: questo non va dimenticato. Quando Fabian darà l’assalto al record non sono ancora in grado di dirlo – spiega Guercilena -. È lì e ci interessa. Ora ci godiamo questo bellissimo risultato ottenuto da Jens, che a fine giugno ha cominciato a pensarlo, poi ha corso in altura nello Utah e in Colorado, e poi si è applicato dal 2 settembre in quattro sedute a settimana, in pratica tredici sedute sull’anello svizzero. Abbiamo sfruttato la sua ottima condizione fisica e l’altura. Con Fabian, però, dobbiamo valutare tante cose».
Cosa?
«Ad esempio quello di sfruttare l’altura».
Quanto pensi possa valere Fabian, rispetto a Jens?
«Io credo che corridori come Fabian, Tony Martin o Bradley Wiggins, possono andare gli oltre 53 chilometri in un ora. Questo è quello che pensiamo possano valere atleti di questo livello. In ogni caso l’idea c’è, la sfida intriga ma poi va tutto verificato. Con calma e velocità: come soleva dirmi Aldo».