VISCONTI. «Prima il tricolore e poi il Tour»

PROFESSIONISTI | 05/06/2014 | 08:15
Alla fine del tunnel si intravede la luce, è questo il pensiero del “Marine” di San Baronto, Giovanni Visconti, dopo un avvio stagionale che più negativo non si poteva: caduta nella prima gara in Australia, a metà gennaio, con frattura esposta della tibia destra e conseguente stop di tre mesi. Ma Visconti ha dimostrato ancora una volta di essere ormai vaccinato contro le avversità e con grande determinazione sta percorrendo la via del pieno recupero.

Dopo il debutto stagionale al Giro del Trentino, Giovanni ha infatti preso parte al Giro di Romandia portandolo a termine e successivamente, il 18 maggio scorso, alla Vuelta a Castilla y Leon, gara iberica che gli ha consentito di dare un'occhiata al circuito iridato di Ponferrada: «E' meno duro di Firenze, ma assai insidioso. Gli sprinter puri dovrebbero trovarsi in difficoltà su di un tracciato dove servono potenza e ardore combattivo».

Quando lo incontriamoVisconti è reduce da un proficuo allenamento di 190 chilometri sulla montagna pistoiese, insieme agli amiconi Mirko Selvaggi e Fabio Sabatini: «Mi alleno spesso con loro, specialmente quando c'è bisogno di una buona verifica della mia condizione atletica. Siamo molto amici e per me Selvaggi è il partner numero uno al mondo per gli allenamenti. Meriterebbe proprio di vincere una gara, finalmente...».

Gli echi del trionfale Giro targato Quintana e Movistar non si sono ancora spenti e Visconti ci offre l'ennesimo ritratto del Condor colombiano: «Contrariamente a quanto sembra Nairo è un ragazzo sempre allegro, pronto a scherzare, con il quale ti trovi sempre a tuo agio. Siamo stati compagni di camera più volte, anche quando vinse il Giro dell'Emilia e ho avuto modo di apprezzarlo. E' un ragazzo semplice, conosce il sudore e la fatica dei contadini, come lo sono i suoi familiari. A vederlo sembra un ometto piuttosto dimesso, ma invece è pieno di energia e in gara l'ho visto tirare un cazzotto a Gilbert e una borraccia a Grivko. Sa farsi rispettare, eccome! Fisicamente non sembra uno scalatore puro, a volte lo prendiamo in giro poiché presenta un inizio di pancetta, ma in gara si trasforma, è un duro, non ha paura di niente e le avversità lo caricano invece di demoralizzarlo. Penso che sarà il re assoluto nei grandi Giri a tappe dei prossimi anni».

Intanto per Visconti sono alle porte due importanti appuntamenti: «Sogno di azzeccare il poker al campionato italiano, su di un tracciato che mi piace molto. Gli avversari più difficili saranno Ulissi, Pellizotti e anche Nibali. Poi sono molto emozionato per il debutto al Tour de France. E' un appuntamento affascinante e il massimo sarebbe riuscire a vincere una tappa, anche se dovrò correre in appoggio a Valverde, per me uomo da podio al 100% e che dovrà giocarsela con Froome, Contador e Nibali».

Un pensierino anche per la presenza - da taluni definita scomoda per il Team Sky - di Sir Wiggins, che non se la dice proprio con il compagno di squadra Froome: «Non sta certo a me criticare questa scelta; diciamo che se litigheranno sarà meglio per i loro avversari».

L'ultimo pensiero è per il mondiale di Ponferrada: «Da emigrato in Spagna dico che correrò...in casa e quindi spero che Cassani mi tenga presente. Io conto di arrivare alla gara iridata in ottime condizioni. L'avvio ritardato del 2014 alla fine potrebbe risultare un vantaggio per giungere al top nella parte finale della stagione, vale a dire al mondiale e al Lombardia».

A proposito di mondiali, la maledizione della maglia iridata sembra avere colpito anche Rui Costa... «E' stato sfortunato ma lo vedrete al Tour, sono convinto che sarà protagonista nella classifica generale».
 
Stefano Fiori
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