In un Giro livellato, finalmente uno che giganteggia. Sulle strade che salutarono i trionfi di Bernard Hinault (1982) e Marco Pantani (1998), Fabio Aru rompe il ghiaccio e festeggia la sua prima vittoria da professionista. Un vittoria che fa felice la famiglia Cevenini di Bologna, che lo accolse come un bimbo. Fa sicuramente felice Olivano Locatelli che l’ha formato e cresciuto come corridore insegnandogli in mestiere, anche con i suoi metodi rigorosi, che ti portano ad essere corridore oppure un cittadino qualunque con un passato da corridore. Facciamo festa noi, per questa bella iniezione di fiducia. Per questo Giro delle speranze e della speranza , con quattro ragazzi nei primi cinque e uno è nostro.
Fabio ARU. 10 e lode. Il 3 luglio compirà 24 anni: è un ragazzo. Ha tutta una carriera avanti a se. Il bello è che non è spremuto, non ha un passato giovanile logorante: è tutto da scoprire. Ha talento, lo si vede ad occhio nudo. Lo diciamo da tempo, lo raccontiamo da un po’. È un ragazzo modesto, ma ambizioso. Gentile, ma non arrendevole. È venuto a questo Giro per imparare ancora un po’, dopo le lezioni di un anno fa. Doveva starsene comodo là dietro, alla sagoma di Michele Scarponi, poi il marchigiano è stato messo KO dalle cadute e Fabio si è trovato ad essere punto di riferimento di tutta l’Astana. Non ha nulla da perdere ma tutto da guadagnare. Questo Giro ha trovato il testimonial giusto per questa ultima settimana da capoGiro.
Fabio DUARTE. 8. Il colombiano è bravo, bravissimo, ma non fa i conti con il nostro pupo. In questa giornata colombiana (tre nei primi cinque) lui è il più bravo.
Nairo QUINTANA. 6,5. Controlla, guarda, osserva, sputa. Si volta, insegue, rilancia: controlla tutto. Dà l’impressione di poter partire e fare male. Ma al momento dà solo l’impressione di stare meno male.
Pierre ROLLAND. 7. Tatticamente si muove alla perfezione e ad un certo punto dà anche l’impressione di poter andare a vincere la tappa. Elegante, ma poco efficace. Ha una buona condizione, ma non sembra buonissima.
Rigoberto URAN. 5,5. Perde qualcosina, concede un venti secondi a Quintana, ma ha l’intelligenza di non farsi trasportare negli abissi al primo scatto di Aru. Capisce che il suo è un ritmo diverso e fa la cosa giusta al momento giusto: procede con il suo passo. Che non è dei migliori, ma neanche così male come può apparire ai più. Si difende.
Rafael MAJKA. 5,5. Ha un anno in più di Aru, ha più esperienza del sardo, un anno fa chiuse al 7° posto, ma al momento conferma di essere corridore tenace, caparbio, tosto, non però in grado di fare la differenza. È sempre sulla difensiva.
Franco PELLIZOTTI. 6. È uno dei più anziani, ma oggi si muove con sicurezza e autorità. Ottiene un buon piazzamento nei sei, e spera nei prossimi giorni, quando sicuramente andrà nuovamente all’attacco.
Ryder HESJEDAL. 5,5. Barcolla ma non molla. Cede ma poi rientra. Fa una fatica bestia e solo per questo merita di essere menzionato.
Domenico POZZOVIVO. 4. Non brillantissimo ieri sulle strade di Oropa, nonostante lo scatto che ha dato una piccola scossa al Giro. Oggi paga lo sforzo, le pendenze poco arcigne e molto più da rapporto. Giornata storta. Speriamo solo che sia passeggera, perché ora arrivano tappe che sulla carta sono più alla sua portata.
Cadel EVANS. 5,5. Cadel non cade: è sempre lì. Fatica a salire, ma non scende nemmeno sotto tortura. Ogni giorno trova il modo di medicare situazioni difficili. Le gambe forse non sono più quelle di un tempo, ma la testa è lì tutta da vedere.
Ivan BASSO. 4,5. Perde anche oggi. La sua scalata verso Montecampione è tutto un inseguire per non mollare. Potrebbe arrendersi e uscire di classifica, ma Ivan non si dà per vinto. Aspetta il tappone, per vedere come va a finire e poi tirare le sue conclusioni.
Michele SCARPONI. 8. Arriva 28° a 5'58” dal suo bimbo. Potrebbe mandare tutti a quel paese, ma resiste. Resiste. Resiste.
Matteo RABOTTINI. 4. Scivola all’indietro. Luca Scinto vorrebbe che andasse all’attacco, lui dorme, come tanti altri. I giallofluo sono un tantino sbiaditi.
Basso può arrivare nei tre.....affermazione testuale dei telecronisti RAI
Pozzovivo addirittura 4 in pagella? Davvero eccessivo...
26 maggio 2014 09:58runner
Ma scusi Direttore, non le sembra di esagerare un po' nell'affibbiare certi votacci? Ma lei ha mai corso in bicicletta? Non credo, perchè se lo avesse fatto non si sorprenderebbe se un corridore come Pozzovivo, che ha sempre attaccato fin dalle prime salite, possa avere un momento di stanchezza ed appannamento! Affibbiargli un 4 in pagella mi pare veramente eccessivo, non da intenditore di ciclismo. In compenso lei continua a regalare ottimi voti ad un corridore che non solo a questo Giro, ma in tutta la sua carriera (oltre al caso di doping....)è stato sempre sopravvalutato in rapporto agli effettivi risultati conseguiti. Mi riferisco a Scarponi (al quale avete dedicato pure la copertina della rivista). Caduta o non caduta, il suo rendimento è assolutamente mediocre, così come la sua carriera.
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