È letteralmente al settimo cielo Edoardo Zardini, veronese classe '89 della Bardiani CSF, vincitore oggi della seconda tappa del Giro del Trentino.
Tagliato il traguardo, piangendo, continuavi a ripetere "ce l'ho fatta, ce l'ho fatta...". «Eh, ero super contento e faticavo a crederci. Sapevo di stare bene ma è sempre difficile vincere, soprattutto per un corridore come me che non è veloce. Non sono uno che ha mai vinto tanto, questo è il mio primo successo tra i professionisti, riuscire a battere avversari importanti in una grande corsa come questa per me ha dell'incredibile. Riguardando stasera in tv la corsa o ripensandoci domani realizzerò davvero quanto sono riuscito a fare grazie a un'ottima condizione».
Appunto, parliamo di come giravano le gambe... «Ho iniziato a pedalare a 14 anni, la prima vittoria in assoluto l'ho ottenuta al secondo anno da allievo, ripeto non ho mai vinto tanto anche se mi sono sempre piazzato tra i primi. Per le mie caratteristiche, per vincere devo fare un numero come quello di oggi. Devo staccare tutti, ma per farlo devo essere al 110% di forma. Ogni tanto penso: sto bene, oggi stacco tutti. Spesso non ci riesco, ma ogni tanto becco la giornata giusta, come oggi».
Il Giro d'Italia dell'anno scorso per te è stato una svolta, confermi? «Sì. Mi ha dato il fondo necessario per fare il salto qualità. Ho avuto la bronchite, ho fatto tanta fatica, l'ho terminato "finito" ma poi mi sono sentito un altro corridore. Il Trentino era uno dei miei obiettivi quest'anno, abito non troppo lontano da qui, per questo oggi avete visto i miei tifosi, i parenti, gli amici di Marano di Valpolicella. Sono tutti appassionati e parecchio festosi (confermiamo, ndr), mi danno molta forza soprattutto quando vado piano. Sono contento di aver vinto anche per loro».
Prossimo obiettivo: corsa rosa? «Prima vediamo di finire in bellezza questo Giro del Trentino visto che le gambe girano bene. Per il Giro d'Italia noi della Bardiani CSF vogliamo farci notare, soprattutto nelle tappe impegnative, visto che nella formazione abbiamo tanti scalatori. Prima del Trentino sono stato sull'Etna con Manuel Bongiorno, abbiamo affrontato 4.000/5.000 mt di dislivello ogni giorno. Lo odiavo (sorride, ndr) per quanto mi ha tirato il collo, ma ora sto raccogliendo i frutti di tutto il lavoro svolto».
Ultima domanda, arrivi dalla stessa terra di Cunego. Che rapporto avete? «Ho iniziato a correre nel 2004, l'anno di Damiano. Era uno dei miei idoli, mi sono ispirato a lui, la sua vittoria al Giro mi ha esaltato. Ora ci corro assieme, quando mi vede mi chiama "il veronese", capita di incontrarsi durante gli allenamenti. Un po' fisicamente dicono che gli assomiglio... ».
Nel file audio la conferenza stampa integrale di Edoardo Zardini.
Clicca qui per vedere l'intervista al vincitore di tappa.
da San Giacomo di Brentonico, Giulia De Maio
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.