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Stanco?
«Abbastanza (sorride, ndr). Oggi ho praticamente dormito tutto il giorno, anche perché ieri siamo tornati a casa (vive con la famiglia a Imperia, ndr) tardi e in questi giorni di fatica ne abbiamo fatta parecchia. I percorsi di queste gare oltre ad essere duri sono stressanti perché richiedono di essere concentrati al cento per cento dal primo all’ultimo chilometro. Bisogna sempre stare davanti, evitare rotonde, paletti, tifosi e quant’altro per più di cinque ore».
Le telecamere della tv inquadrano sempre la testa della corsa, che esperienza è stata per un gregario come te?
«Come è giusto che sia, ho dovuto seguire gli ordini impartitimi dalla squadra quindi ho dovuto lavorare all’inizio. Al Fiandre mi sono messo al servizio dei miei compagni più esperti fino al km 150, mentre alla Roubaix purtroppo ho forato nella Foresta di Arenberg (non male, vero?) quindi sono stato tagliato fuori dai giochi prima di terminare il mio compito».
Cosa ti ha impressionato?
«Il pubblico. Su tutto il percorso alla nostra destra e alla nostra sinistra c’era sempre tantissima gente, la folla radunatasi in particolare sui muri e i tratti di pavé era davvero incredibile. In Belgio le date di queste corse sono davvero una festa nazionale. Nelle categorie minori non ero mai venuto da queste parti, ho sempre guardato queste corse in tv ma viverle è tutta un’altra cosa».
Cosa hai imparato?
«Che bisogna sempre stare davanti e per fare la differenza bisogna sapersi muovere in gruppo. I punti più “brutti” vanno anticipati, devi portarti davanti 10 km prima del dato strappo e del tale tratto di pavé altrimenti sei fregato. Di quest’esperienza mi resta anche una buona gamba, la condizione è in crescita quindi sono fiducioso per i prossimi appuntamenti. In programma ora ho Giro del Trentino, Romandia e Giro del Giappone».
Giulia De Maio
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