PROFESSIONISTI | 14/01/2014 | 08:56
Nove Giri d’Italia, 4 Tour de France, 3 Giri di Spagna, 3 accoppiate Giro-Tour. Questo il curriculum di Alessandro Vanotti, bergamasco classe 1980, “uomo ombra” di Vincenzo Nibali. Passista scalatore in grado di sacrificarsi fino all’ultima stilla di sudore per il capitano, Vanotti è qualcosa in più di un gregario fidato per il siciliano dell’Astana che dopo il Giro punta nel 2014 alla Grande Boucle.
Professionista dal 2004 Vanotti si accinge all’undicesima stagione da passare con il coltello tra i denti…
«Il bello e il brutto del ciclismo è che bisogna ogni anno ripartire da zero. Quando finisce la stagione il fisico si ferma e quando si riparte bisogna riaccendere un po’ tutto il meccanismo e quindi si lavora intensamente con i preparatori atletici che sono preparatissimi, la differenza poi la fa la testa. Io sono al fianco di Nibali e di conseguenza l’Astana per il 2014 mi ha chiesto come grande obiettivo il Tour de France. E per prepararlo bene deve andare tutto al meglio in questa fase. Farò l’esordio in Argentina, mentre a febbraio non è ancora chiaro quale programma seguiremo, in quanto Vincenzo diventerà papà in quel mese e quindi si deciderà all’ultimo momento se andare al Dubai Tour o al Tour di Oman. Di sicuro poi faremo il calendario francese: Criterium e Parigi-Nizza, per abituarci alle strade transalpine».
Dove deve fare il salto di qualità Nibali per portare la maglia gialla a Parigi?
«Non ci sono dubbi: in salita per prenderla, a cronometro per difenderla. Non si scappa purtroppo da questo. Vincenzo ha già dimostrato di essere un numero uno, di saper stare con i migliori in salita: quelle del Tour gli si addicono bene. Bisognerà anche lavorare sui cambiamenti di ritmo perché quelli di Froome sono micidiali».
Valerio Zeccato
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