La famiglia Pantani difende il nome di Marco

DOPING | 01/07/2013 | 16:00
Riceviamo questa nota di Tonina e Paolo Pantani:

Egregi Presidente dell’Uci Mc Quaid, Presidente della Fci Di Rocco, monsieur Prudhomme e organi di informazione,

abbiamo letto e in parte già commentato la notizia secondo cui, a seguito dell’inchiesta condotta dal Senato della Repubblica Francese, fra i circa 44 nomi di atleti presumibilmente positivi per Epo al Tour de France del 1998 potrebbe esserci anche quello di Marco Pantani e secondo cui, se questo risultasse vero, la sua vittoria in quel Tour sarebbe passibile di cancellazione.

La notizia ci lascia sbigottiti. Dopo consultazione con un legale di nostra fiducia, abbiamo la certezza che, pur trattandosi di analisi condotte anni dopo lo svolgimento della gara in oggetto, debbano sussistere anche per esse tutte le garanzie a tutela dell’atleta: Marco Pantani.

Senza entrare nel merito della conservazione dei campioni o di altri mezzi di prova, ci troviamo costretti a farvi notare queste analisi sono state eseguite dopo la morte di Marco e questo lo ha privato del più elementare diritto alla difesa, quale ad esempio quello di richiedere le controanalisi o di nominare un perito di parte per assistervi. Soltanto in caso di positività del campione B, sarebbe superfluo ricordarlo ma giova farlo, è possibile parlare di positività.

Come accade anche nel Diritto Penale, la morte interrompe qualsiasi procedura in essere o futura a carico dell’indagato incidendo anche sul reato che viene così dichiarato estinto come estinta è la pena nel caso in cui sia nel frattempo intervenuta la condanna.

A maggior ragione nel diritto, sportivo che richiama i principi generali del diritto ordinario nelle fattispecie non espressamente disciplinate, le garanzie difensive per l’incolpato devono essere assolutamente garantite nella loro completezza, senza possibilità di delega.

Pertanto vi diffidiamo dall’intraprendere qualsiasi iniziativa che possa spogliare Marco dei titoli da lui conquistati sulla strada e dall’affrontare l’argomento in sedi ufficiali o con gli organi di informazione, giacché parlare di un provvedimento giuridicamente insostenibile può ledere in modo grave l’immagine di nostro figlio.

In tutti i paesi civili le norme che regolano l’accertamento dei fatti di rilevanza giuridica presuppongono la salvaguardia del fondamentale ed inviolabile diritto di difesa. Lo stesso principio è posto alla base delle norme regolamentari sportive che reiteratamente e con chiarezza attribuiscono all’incolpato una serie di facoltà tendenti all’accertamento della verità che non può che scaturire dal contraddittorio e dall’esercizio delle garanzie difensive.

Nel nostro caso riteniamo ignobile e soprattutto illegittimo che si parli di inchieste e addirittura di sanzioni nei confronti di una persona che purtroppo non può più difendersi né nominare persone che lo possano difendere.

Noi però, per l’amore che ci lega a lui e per il sentimento di giustizia che ancora ci informa, non intendiamo abdicare al nostro dovere di difendere la sua immagine ed il suo nome. Ed è per tale motivo che vi chiediamo ufficialmente di non parlare ancora di lui come di un qualsiasi altro atleta ancora in vita, ed è per tale motivo che vi diffidiamo ufficialmente ad intraprendere una qualsiasi illegittima azione che, contrastando le più elementari norme di diritto, ne infanghi il nome.

In fede, certi di avere la vostra attenzione,

Tonina e Paolo Pantani





Dear UCI President Mr McQuaid, President of the FCI, Mr Di Rocco, Mr. Prudhomme and the media,

we read and in part already commented on the news that, as a result of an investigation conducted by the Se- nate of the French Republic, approximatively 44 athletes were found supposedly positive for EPO at the Tour de France of 1998, between those there could also be Marco Pantani and if so, his victory in the Tour would be liable to cancellation.

The news leaves us stunned. After consultation with our lawyer , we have the certainty that although this ana- lysis were conducted years after the running of the event in question, there needs to be also for them all the gua- rantees for the protection of the athlete: Marco Pantani.

Without speaking of how the samples or other evidence were stored, we are forced to make you note that these tests were performed after the death of Marco and this deprived him of the most basic rights of the de- fense, such as to require the B test or to appoint an expert to assist it. Only in the case of a positive sample B, it would be superfluous to remember it but we need to do so, it is possible to speak of positivity.

As it is in the Criminal Law, the death terminates any existing or future proceedings against the suspected, the crime also is so declared extinct as so is the penalty if in the interim there was the conviction.

Even more in the Sport Law, where the general principles of common law must be recalled, above all in the cases not expressly governed, the rights of defense for the accused must be absolutely guaranteed in their en- tirety, without the possibility of delegation.

Therefore we distrust you and everybody else from taking any action which might deprive Marco of the ti- tles he won on the road as well as taking into matter this issue in official premises or with the media, since tal- king of a legally untenable measure can seriously affect the dignity of our son.

In all civilized Countries, the rules governing the establishment of the facts of legal significance assume the safeguard of fundamental and inviolable right of defense. The same principle is at the base of the sporting re- gulations that repeatedly and clearly attribute to the accused a number of faculties that tend to establish the truth that can only arise from the contradictory and the exercise of the rights of defense.

In our case we consider vile and illegitimate that someone is talking about investigations and even penalties against a person who unfortunately can no longer defend himself or appoint a lawyer.

However, for the love for our son and for the sense of justice that still pervade us, we do not intend to abdi- cate our duty to defend his image and his name. This is the reason why we ask you not to again officially speak of him as of any other athlete still alive. Therefore we distrust you from taking any unlawful action that counteracts the most elementary rules of law and blacken his name.

Sure to get your attention,

Tonina and Paolo Pantani
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COMMENTI
con i denti
1 luglio 2013 16:32 SERMONETAN
Bisogna difendere il grande Marco Pantani ,con i denti guai a chi molla.Forza Tonina,e Paolo.
Ammesso che faceva uso di Epo,in quei tempi anche l' ultimo arrivato la faceva ma aveva 4 ore dal grande Marco,
Vi ricordate Enrico Degano ultimo in cladsifica preso con quantitativi industriali di Epo.
E adesso pensate che non la fanno poveri sciocchi.
In allenamento su Monte Romano dava 2 minuti al secondo che era Garzelli,agli altri dai 4-5min.Era il piu' forte e basta

1 luglio 2013 19:01 dellaMancha
Ottima la presa di posizione della famiglia.

Qualcuno ha notizie del BUON SENSO?
2 luglio 2013 12:41 Melampo
Qui non si capisce più niente. Non so, e non voglio sapere, cosa ci sia nei campioni di sangue e/o urina (conservati come?, manipolati da chi?) attribuiti a Marco Pantani. Quello che so, che in qualsiasi modo sia andata, il giovane Marco ha pagato il prezzo più alto, la vita, per colpe (forse, ma non è questo il punto) non commesse.

Sarebbe tanto semplice lasciarlo riposare in pace ...

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