Partirà da Napoli, come già reso noto da tempo, il Giro di Italia 2013, che si è presentato oggi a Milano. E sarà la seconda volta, a distanza di 50 anni dall'unico precedente nella storia, che il capoluogo campano avrà l'onore di dare il via alla più importante manifestazione sportiva italiana. 50 anni fa, Giro 1963, primo a Milano Franco Balmamion, un piemontese che vinceva così il suo secondo Giro consecutivo, senza averne vinto in totale neppure una tappa. 50 anni fa, Giro 1963, e la curiosità ancora palpitante è che gli unici campani al via, fra i 120 iscritti, fossero due atleti casertani: Alberto Marzaioli, classe '37, di Maddaloni, il dorsale 107, squadra San Pellegrino, e Luigi Mele, di un anno più giovane, di Calvi Risorta, il 36, squadra Gazzola. Un Giro che tutti e due portarono a termine, fra l’altro, ed è già questo, senza altri peregrini distinguo, un titolo di merito. Due casertani al Giro, quell'anno, come due commilitoni in parallelo al fronte: ed ascoltarli è ancora un piacere. «Peccato che il Giro, l'anno prossimo, partendo da Napoli, non riesca a fare uno strappo dalle parti nostre - ricorda Luigi Mele, un figlio Silver telecronista, una lucida narrazione, la sua -, ma in ogni caso la partenza di allora da via Caracciolo, percorrendo tutta la Marina, prima di salire verso la Doganella, era la Napoli-Bari, fu meravigliosa... Tanta, ma tanta gente, il ciclismo era in quegli anni lo sport primo per la passione popolare. E credeteci, partire da casa propria, o giù di lì, fu una emozione senza eguali, con gli appassionati di Calvi a salutarti...». Mentre per Alberto Marzaioli, il più titolato della stirpe dei ciclisti maddalonesi siglata 'Marzaioli', la storia si tinge di un risvolto molto più singolare... «Sai, quel Giro fu l'anno delle due maglie tricolori al via, per un dissidio fra Coni e Federazione, per cui da Napoli alla partenza si schierarono due tricolori, Mealli, della 'Cynar', e Fontana, della 'San Pellegrino', la squadra mia... Il risultato finale fu una bufera senza eguali, con il rischio di sospendere il Giro, fino alla decisione che il campione d' Italia era solo Mealli, e non Fontana. E con la mia squadra che allora ritirò per protesta la scritta pubblicitaria... Niente più 'San Pellegrino', ma solo una maglia nera, quasi da stranieri...» rammenta ancora Marzaioli. Marzaioli e Mele, tanta voglia di ciclismo da rivivere, «mai un dissidio fra di noi, qualche volta un po' di storie con Aldo Moser, un brontolone che con i ciclisti del Sud aveva spesso da ridire...», e non solo da raccontare. «Ringraziamo il Giro del 2013, che ci permette di tornare un po' più giovani e mica solo vecchie glorie», la buttano lì quasi all'unisono. Con la speranza che in un anno venturo non lontano, Caserta e quel suo immenso amore per la bici puntualmente esibito dai ciclisti fra il Matese ed il litorale domizio, possa essere premiato da un nuovo arrivo del Giro. E da un omaggio, sacrosanto una volta di più, a quei due ragazzi del '63.
Gian Paolo Porreca da 'Il Mattino', ed. Caserta, 30 settembre 2012
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