GF EDDY MERCKX. Un successo di sport e organizzazione
| 13/06/2011 | 09:05 A Rivalta di Brentino Belluno (VR) la 5.a Granfondo internazionale Eddy Merckx ha festeggiato il suo primo lustro di vita e, come da copione, i festeggiamenti sono stati in grande stile. Innanzitutto, a fianco dei tanti concorrenti al via (2.100 gli iscritti) c’era un folto gruppo di fuoriclasse delle ruote magre, di ieri e di oggi, pronti a “scortare” i granfondisti nei due tracciati di gara, un “lungo” di 155,5 km e un mediofondo di 85,6 km. Anche quest’anno c’era il padrino della corsa Eddy Merckx, insieme ai suoi “gregari” di un tempo Jos De Schoenmacker, Jos Huysmans, Karel Rotiers, Willy Vekemans e l’azzurro Italo Zilioli, ma anche altri big come Tatiana Guderzo, i campioni italiani Giovanni Visconti e Monia Baccaille, la campionessa olimpica Nicole Cooke e il reduce dal recente Giro d’Italia Oscar Gatto. Sui pedali (ma fuori classifica) anche i due fuoriclasse toscani Mario Cipollini e Fabiana Luperini, testimonial dell’evento e protagonisti anche ieri con il Bike Test delle bici “griffate” Cipollini e l’allenamento insieme ai professionisti della MCipollini – Giambenini (team di cui Fabiana Luperini fa parte) e della Farnese Vini – Neri Sottoli. A rendere grande l’appuntamento veronese ci hanno pensato soprattutto gli atleti in gara, un parterre formato da tanti bei nomi del panorama delle due ruote tra i quali hanno spiccato i due ex pro’ Matteo Cappè e Ilaria Rinaldi, vincitori della granfondo, insieme ad Antonio Camozzi e Martina Zanon che hanno trionfato nel “medio”. Dopo la partenza la gara proponeva una pedalata morbida, unico tratto ad avere questa caratteristica visto che la corsa imponeva dislivelli di 3.204 e 1.700 metri. Nel primo tratto il gruppo restava piuttosto compatto con alcuni scatti nervosi, a dare la prima scossa ci pensavano Gabriele Benedetti e Matteo Comunello, autori di una passerella veloce e subito sfumata dal gruppone. La gara entrava nel vivo sulla prima vera salita di giornata, quella che sale verso Fosse e che, nei 10 km circa fino a Breonio, sanciva la classifica della cronoscalata del “Cannibale” (vinta da Carlo Muraro e Martina Zanon). All’inizio della salita si lanciavano Andrea Natali e Antonio Camozzi, immediatamente riacciuffati da Devis Miorin, Matteo Cappè e Andrea Beconcini, tre atleti del team Maggi che, col senno di poi, stavano già iniziando ad ipotecare la vittoria. In particolare nei km finali alla volta di Fosse era Miorin a dettare il ritmo della pedalata, ma gli inseguitori restavano pronti e a guidarli c’erano l’ex campione lituano Dainius Kairelis e il trevigiano Alessandro Bertuola. Alla fine della “prova del nove” della cronoscalata per primi transitavano Carlo Muraro e Riccardo Salani, ma il loro assolo era ridimensionato dopo poco e, superata Fosse, a staccarsi dal gruppo dei migliori erano Antonio Camozzi, Andrea Masiero e ancora Riccardo Salani, un terzetto inseguito dal veronese Davide Spiazzi e dall’americano “veronese” David Van Orsdel. A quel punto c’era gran curiosità sulla scelta del percorso, che all’altezza di Borghetto prevedeva la separazione del tracciato “lungo” e “medio”. Senza esitazione i tre battistrada Camozzi, Salani e Masiero optavano per la mediofondo, e ad inseguirli c’era sempre Spiazzi, a caccia di preziosi punti per mantenersi ai vertici nel circuito Challenge Giordana. La vittoria si decideva in una volata a tre, vinta dal bergamasco Camozzi, cha chiudeva con il tempo di 2h21’06’’, distaccando di un centesimo circa il toscano Salani. Terzo, invece, il portacolori della Viner, il bolzanino Andrea Masiero, vittima dei crampi nella “famigerata” discesa Fosse – Peri ma comunque sempre capace di non perdere mai la testa della corsa. Dietro di loro Marco Fochesato, Davide Spiazzi e, al 6° posto, Van Orsdel. Stessa musica dell’anno scorso per quello che riguarda la mediofondo “rosa”, che vedeva le medesime attrici del 2010 “fotocopiarsi” sul podio. Chiudeva al primo posto una Martina Zanon inossidabile, alla terza vittoria consecutiva dopo l’infortunio riportato in primavera e, evidentemente, oramai recuperato appieno. 2h29’45’’ il suo tempo finale, che permetteva alla vicentina un vantaggio di 2’58 sulla trentina Serena Gazzini e oltre 8’ sulla campionessa olimpica di fioretto Dorina Vaccaroni. Nel frattempo i granfondisti proseguivano la corsa, con Carlo Muraro e Devis Miorin a guidare la spedizione e con un Alessandro Bertuola decisamente in gran giornata a dettare il ritmo dell’inseguimento. Prima di raggiungere Mori alla testa della corsa si aggiungevano Kairelis e Cavalli, seguiti dai professionisti che pedalavano fuori classifica, in primis Visconti e Cipollini. Il “Re Leone”, però, all’imbocco della lunga salita che portava a S. Valentino, optava per la tattica difensiva, caricando la bici sull’ammiraglia del Team Maggi e facendo da “DS” a Matteo Cappè, per risalire in sella solo poco prima della discesa finale. Sulla salita della Polsa il Team Maggi giocava i propri assi, facendo fare il grosso del lavoro a Cavalli e lasciando riposare il più possibile il “jolly” delle scalate, il forte livornese Cappè. Mentre Cavalli tirava al gancio Kairelis e Genovesi (poi “assorbito” a metà salita dal gruppo), a circa 50’’ aveva ancora energie per dirigere l’inseguimento il caparbio Bertuola, ma Cappè guidato dai “gregari” Beconcini e Miorin e pedinato dal gruppo dei pro’ restava però sempre vigile. Dopo Brentonico, a circa metà della salita, il vantaggio di Kairelis e Cavalli era salito a circa 1’30’’, ma a quel punto Cappè decideva di iniziare la cavalcata verso il successo, lanciandosi a tutta verso la “Cima Coppi”. Dopo un po’ anche Kairelis cedeva al forcing del toscano e veniva riacciuffato dal gruppo sempre comandato da Bertuola. A S. Giorgio Cappè aveva già 40’’ di vantaggio e amministrava saggiamente il suo vantaggio scollinando da solo sia a San Valentino che al Rifugio Graziani e poi “scivolava” veloce verso la Val d’Adige e Rivalta. Al traguardo il suo tempo era di 4h36’06’’, con ben 4’ su Bertuola e Cavalli. Giù dal podio restavano Devis Miorin, Paolo Minuzzo e Dainius Kairelis. Tra le donne nessuna rivale per Ilaria Rinaldi (5h10’13’’), 1.a al traguardo in barba ai problemi meccanici riscontrati nei primi km, con vantaggi corposi sia sull’altoatesina Marina Ilmer (4’54’’) sia sulla bresciana Claudia Avanzi (27’48’’). Al mattino in scena anche le hand bike, le speciali biciclette spinte con la forza delle braccia, per la prima volta in competizione alla Granfondo Eddy Merckx su un tracciato di 5,8 km (da ripetere 3 volte) che si snodava attorno a Rivalta. La gara è stata vinta da Roberto Brigo, felice per il proprio successo ma soprattutto per aver portato il suo sport all’interno di un appuntamento internazionale, dando modo così di conoscere meglio questa disciplina. Chiusi i battenti agonistici, sono fioccati i complimenti per il comitato organizzatore di Alessia Piccolo &C., uno staff collaudato e preciso con 400 persone che hanno garantito il meglio ai partecipanti, soddisfatti sia dal percorso “lungo” sia dal “medio”, oltre che del ricco “riso-party” finale. Un parterre affollato in una giornata dal tempo decisamente clemente e dal bel clima sportivo, per un appuntamento che è anche valido anche come 5.a tappa del circuito Nobili/Supernobili e 7.a prova su strada della Gran Combinata. Proprio come lo scorso anno, la 5.a Granfondo internazionale Eddy Merckx ha anche segnato la chiusura del Challenge Giordana, il circuito veneto-trentino in 5 tappe partito ad aprile.
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