
Il clenbuterolo e gli altri farmaci simpatomimetici influenzano l'attività del sistema nervoso simpatico andando ad interagire con uno o più dei nove differenti recettori adrenergicici attualmente conosciuti. In base alla loro affinità specifica verso tali recettori, i farmaci simpatomimetici possono essere utilizzati nella cura di diverse condizioni come asma, ipertensione, schock anafilattico, emicrania e aritmie.
Il clenbuterolo è un farmaco Beta-agonista selettivo, in quanto va ad interagire prevalentemente con i recettori β2. La sua affinità con i recettori β1 è invece modesta. Questa sua caratteristica ne spiega le proprietà broncodilatatorie e l'assenza di importanti effetti collaterali a livello cardiaco (tipici dei farmaci beta-agonisti non selettivi).
Il clenbuterolo viene impiegato per migliorare la respirazione in caso di asma bronchiale, BPCO, enfisema polmonare e di altre malattie dell'apparato respiratorio.
Un ottimo strumento per monitorare gli effetti termogeni di un farmaco è la misurazione della temperatura corporea. All'inizio della terapia con clenbuterolo si assiste ad un innalzamento della colonnina di mercurio che si manterrà al di sopra dei valori normali per alcuni giorni. Dopo due o tre settimane di uso continuato tali valori rientrano nel range di normalita, poiché l'organismo sviluppa una sorta di resistenza al farmaco (assuefazione)*. Giunti a questo punto è importante sospendere l'assunzione di clenbuterolo per almeno venti giorni.
* Quando si assumono forti dosi di clenbuterolo o di altri beta-agonisti, il corpo mantiene l'equilibrio interno diminuendo progressivamente il numero di recettori Beta adrenergici. Di conseguenza, essendo inferiore il numero di recettori, si ottiene, a parità di dose, una risposta fisiologica inferiore.
EFFETTI COLLATERALI: nonostante il clenbuterolo sia solitamente ben tollerato, può causare effetti indesiderati come irrequietezza, tremori, insonnia, mal di testa e tachicardia.
Se assunto ad alte dosi per lunghi periodi tende ad aumentare le dimensioni del cuore compromettendone la funzionalità fino a causarne il definitivo arresto.