
Sorride Filippo Ganna quando scende dal podio stringendo fra le mani il trofeo per il secondo arrivato nella Milano-Sanremo numero 116: «Sono felice, perché comunque ho visto arrivare davanti a me uno che ha vinto più classiche di quante dita hai in una mano. La squadra è stata perfetta, penso che dobbiamo essere contenti di quello che abbiamo fatto. Certo che quei due mi hanno fatto perdere più anni di vita che in qualsiasi altra cosa…».
L'unica nota di rammarico riguarda lo sprint di Via Roma: «Se posso rimproverarmi qualcosa, riguarda la volata, forse non avrei dovuto lasciare che fosse Van Der Poel a lanciarla, ma credo proprio che oggi non si potesse fare di più. Sul Poggio sono salito del mio ritmo, e poi ho rischiato in discesa per rientrare: non credo che potessi fare meglio di così ma tornerò per provare a vincere».
Il piemontese ha combattuto veramente tanto e prima sulla Cipressa e poi sul Poggio è riuscito a inseguire e poi a rimanere con Mathieu Van der Poel e Tadej Pogacar. Gli ultimi 4 chilometri per Ganna si sono trasformati in una vera e propria gara a cronometro, con un inseguimento senza precedenti che lo ha portato a salire sul secondo gradino del podio, alle spalle di Van der Poel e davanti al campione del mondo Pogacar.
«Penso di aver fatto una delle mie migliori prestazioni di sempre: anche come squadra abbiamo fatto un ottimo lavoro. Più di così io non so cosa avrei potuto fare».
Il secondo posto della Sanremo, per il piemontese è quasi una vittoria, perché sapeva che doveva battersi con corridori che in carriera hanno vinto quasi tutto.
«Davanti avevo il campione del mondo in carica e poi uno che è già stato campione del mondo. Si trattava di atleti che hanno vinto Classiche Monumento e grandi giri, hanno vinto talmente tanto che neanche saprei elencare tutto. So di aver fatto il mio massimo e veramente non potevo chiedere di più».
Lo spettacolo a Sanremo c’è stato e il pubblico a partire da Capo Mele e poi sulla Cipressa e il Poggio, ha assistito ad uno spettacolo straordinario, con tre grandi campioni, che hanno veramente regalato tante emozioni a chi seguiva la corsa dal bordo strada oppure dalla televisione.
«Penso che una Sanremo così era un po' che non si vedeva. Abbiamo cercato tutti di fare bene e io in particolare ho voluto dare il mio meglio. Sono soddisfatto e non mi sento di rimproverarmi nulla perché sono arrivato con il meglio che avevo».
Sulla Cipressa e sul Poggio, non era facile stare dietro a Van der Poel e Pogacar e allora, Ganna ha deciso di salire con il suo passo, per poi riprenderli nel lungo rettilineo verso via Roma.
«Ho cercato di andare regolare, con il mio passo senza strafare, perché alla fine più di così non potevo salire. Davanti avevo due corridori più scattisti di me, ma alla fine è andata bene così». Pippo ha un solo rimpianto che riguarda il finale ed è convinto, che negli ultimi 500 metri avrebbe potuto fare qualcosa. «L'unico rimpianto magari è quello di non aver anticipato nella volata il primo attacco di Mathieu. Quindi porto a casa un altro secondo posto e va bene lo stesso».
Il pubblico durante tutta la gara ha incitato Ganna e gli applausi lo hanno accompagnato fino al traguardo. «Come ho detto, penso di aver fatto una delle performance migliori della mia vita e voglio ringraziare tutto il pubblico, che dal Poggio e fino al traguardo mi ha incitato a non arrendermi».
Ganna ha corso oggi la sua ottava Milano-Sanremo e ha già ottenuto due secondi posto. Il ragazzo di Verbania è fiducioso e pensa che un giorno la Classicissima di Primavera potrebbe diventare sua. «Ci sono stati uomini che hanno vinto dopo 14 anni e per quel che mi riguarda sono molto fiducioso, speriamo di metterci meno perché sarebbe ancora un’attesa lunga».
Adesso Ganna si prenderà qualche giorno di riposo e andrà a vedere la laurea di sua sorella. Poi si tornerà a correre e forse, con il desiderio di essere tra i più competitivi alla prossima Parigi-Roubaix.
«Per la mia Roubaix? Ci manca quasi un mese, quindi aspettiamo, ho tante cose da fare ancora. Ci sono le gare di avvicinamento alla Roubaix e poi torno a casa che c'è la laurea di mia sorella quindi è giusto che oltre il lavoro ci sia spazio per la famiglia. Deve esserci anche la vita normale, non si può essere solo lavoratori».
Il corridore della Ineos-Grenadier oggi si è divertito, perché la Sanremo è una corsa unica. «Questa è una corsa che mantiene il proprio fascino inalterato e per me che sono italiano è qualcosa di unico. Per 300 chilometri ho sentito urlare il mio nome e questo ti da una spinta in più. Quindi grazie a tutti per il sostegno e ci vediamo alla prossima».