
Gianni Bugno è stato uno dei leader del ciclismo mondiale e dal suo album dei ricordi abbiamo guardato insieme la sua vittoria alla Milano-Sanremo, quando con un attacco dalla Cipressa riuscì a far saltare la gara. Silenzioso, mai una parola di troppo, Bugno, quel suo garbo lo ha sempre trasmesso con un sorriso appena accennato: anche quando gli parliamo delle sue vittorie da grande campione, lui non si esalta e racconta le sue azioni come un qualcosa che tutto sommato devono essere normali per un corridore. Il 17 marzo del 1990, Bugno ha firmato uno dei capolavori più belli della sua carriera, perchè la Milano-Sanremo lui l’ha vinta in modo eroico, scrollandosi di dosso tutti gli avversari appena arrivato ai Capi e alla Cipressa ha dato quella botta, che sul Poggio ha dovuto solo ripetere per avere la certezza di arrivare da solo sul traguardo. Quello che ha fatto Gianni Bugno nella sua Sanremo, non lo abbiamo più visto e forse, solo un corridore come Tadej Pogacar, oggi in gara, potrebbe attaccare da così lontano.
Gianni lei quella mattina del 17 marzo 1990, alla partenza della Milano-Sanremo guardò il cielo e disse che se avesse saputo prima del vento e della possibilità di pioggia, probabilmente non sarebbe partito. E’ vero?
«Conoscendomi probabilmente lo avrò detto, ma penso che alla fine ho fatto bene a partecipare considerando il risultato».
Quanto può incidere il meteo su una corsa come la Milano-Sanremo?
«Incide molto su tutte le corse, ma parlando di Sanremo ha un valore importante. In base alle condizioni meteo c'è tutta una tattica di corsa da fare, quindi se c'è il tempo buono è un conto, ma se c'è vento e pioggia devi sapere che attraverserai delle parti aperte e devi saper correre con il vento che ti porta la sabbia e può essere fastidioso e poi ci sono i ventagli. Se poi piove e le temperature si abbassano, allora ci saranno corridori più avvantaggiati di altri».
Quindi se dovesse piovere, quale corridore potrebbe vincere?
«Senza ombra di dubbio Pogacar, perché non ama correre con il caldo. Ma lui vince anche se c’è il sole, questa sarà la sua Sanremo. Al momento è il corridore più forte e tutti gli altri sono costretti a inseguirlo».
In corsa ci saranno anche corridori che vengono dal Belgio e dall’Olanda e in quei paesi sono abituati a correre con il vento e la pioggia. Non potrebbero essere avvantaggiati anche altri con il meteo avverso?
«Certamente, ma Pogacar non è belga e neanche olandese. Pogacar è Pogacar e basta e gli altri possono solo inseguire».
Guardando quella Milano-Sanremo del 1990, lei è stato uno dei pochissimi che ha deciso di ribaltare la corsa praticamente subito dopo Capo Mele. Com'è andata?
«Eravamo già pochi corridori, quindi non c'era il problema di tenere la posizione. Eravamo tutti cotti, perché era praticamente dalla partenza che andavamo giù a tutta. Quando siamo arrivati a Capo Mele, ho iniziato a scattare e comunque rispondevano tutti. Poi arrivati alla Cipressa ho dato il colpo forte e sul Poggio ero già solo, anche se comunque dovevo sempre controllare quello che accadeva dietro. Non avevo un vantaggio particolarmente ampio e avevo paura che qualcuno riuscisse a rientrare. Ma la corsa alla fine si è conclusa a mio vantaggio».
Che sensazione ha provato quando ha tagliato il traguardo della Sanremo?
«Una grossa soddisfazione innanzitutto, anche perché è la prima Classica Monumento dell’anno. Non è mai scontato vincere una Classica Monumento e la Sanremo è sempre stata quella più difficile da vincere perché puoi avere soluzioni quasi opposte. Ma se vinci la prima Monumento della stagione, allora acquisisci una sicurezza diversa e tutte le altre Classiche le guardi in modo diverso. Poi io quando ho vinto l’ho fatto con il titolo di vincitore della Coppa del Mondo, quindi una soddisfazione ancora più grande».
Tutti pensano che Pogacar sarà il vincitore della Milano-Sanremo. Anche lei è convinto di questo?
«Certamente e per vincere dovrà rendere la corsa dura a partire da Capo Mele e poi dare uno scossone alla Cipressa. Il Poggio è troppo corto anche se ripido mentre la Cipressa è più lunga e se attacca bene lì, allora resterà da solo e lo sappiamo che quando Pogacar è solo nessuno riesce più a riprenderlo. Più gente si lascia indietro e meglio è per lui, ma non è facile perché la Cipressa non è molto ripida e la fanno a velocità sostenuta. Lui sarà l’uomo più controllato e questo sarà il suo vero problema. Appena cercherà di muoversi ci sarà qualcuno che ricucirà il buco».
A suo avviso perché Pogacar nella Milano-Sanremo può fare meglio degli altri?
«Perché è l’unico che può correre come vuole. Può andare in salita, può andare forte come in una cronometro e lasciarsi tutti dietro e nel caso di arrivo in volata con poche persone, può fare anche lo sprint. Chi altro ha queste qualità? Penso nessuno».
Quindi cosa dobbiamo aspettarci?
«Il peso della corsa sarà su di lui. Ma una volta che sarà davanti da solo, avrà risolto tutti i problemi. Gli altri non resteranno a guardare e per questo dovrà fare la corsa dura. Lui se vuole può ribaltare la Sanremo alla Cipressa. Pogacar è un corridore che si esalta ed è per questo che vince. Guardiamo il Mondiale che ha vinto. Ha attaccato da lontanissimo e non aveva bisogno di farlo, perché il più forte era lui e lo sapeva. Ma ha deciso di attaccare da così lontano perché voleva esaltarsi. Non era la scelta tattica migliore, ma era la sua scelta, quella che lo fa divertire quando corre».
Se Pogacar dovesse essere troppo controllato e non riuscisse a sganciarsi, secondo lei chi potrebbe vincere a questa Sanremo?
«Potrebbe essere Philipsen o Van Der Poel. Bisogna pensare che se Philipsen avesse ancora un risentimento dopo la caduta dei giorni scorsi, allora aiuterebbe Van der Poel, ma questo lo decideranno in corsa, così gli renderà il favore per la vittoria dello scorso anno».
Invece se dovesse pensare ad un outsider?
«Potrei pensare a Ganna o a Jonathan Milan che hanno dimostrato di andare forte. Milan per vincere deve avere una volata, perché negli sprint è uno dei più forti. Ganna se vuole vincere deve giocarsi le stesse carte di quando è arrivato secondo e anticipare gli altri e lui la gamba ce l'ha per farlo. Se dovesse rimanere un gruppettino, allora Ganna dovrebbe fare la cronometro della vita e tirare dritto fino al traguardo».
Con quanto entusiasmo guarderà oggi la Milano-Sanremo?
«Quando c’è Pogacar la vittoria è abbastanza scontata. Quando correvo io la corsa era più aperta, veramente quando si partiva era difficile pensare a chi avrebbe vinto. Sarebbe bello vedere gli altri corridori che si ingegnano per non farlo vincere, poi non è detto che ci riescano, ma la corsa sarebbe animata. Comunque chi vuole battere Pogacar deve fare la corsa dura, far lavorare la sua squadra al punto di farlo rimanere da solo. Se la UAE si esaurisce e Pogacar resta da solo, allora la possibilità di vincere si aprirà a più corridori. Ma come andrà lo scopriremo solo dopo il traguardo».