
Antonella Bellutti tiene la bici con un braccio, non è una bici da pista, lo strumento in cui ha conquistato due ori olimpici, ma una mountain bike. Francesca Porcellato sulla bici è sdraiata, ed è la bici con cui ha vinto un argento e due bronzi olimpici, una hand bike, tre ruote pedalando a forza di braccia.
Antonella Bellutti è ritratta fra cielo e mare, i capelli al vento, il volto illuminato dal sole, senza trucchi e senza inganni, chi la conosce ne ha sempre apprezzato la trasparenza, l’impegno, la schiettezza. L’immagine di Francesca Porcellato è notturna, la luce artificiale, ma il suo sorriso è autentico, genuino, quello che tutti conoscono e da cui traggono forza e ispirazione, sullo sfondo le torri di Castelfranco Veneto.
Antonella Bellutti pedalava anche per la parità dei diritti della donna. Francesca Porcellato per la parità dei diritti a prescindere dal genere. E tutte e due continueranno a pedalare, con o senza bici, perché sanno che nella vita, se vuoi mantenere l’equilibrio, se vuoi andare avanti, se vuoi raggiungere un traguardo, devi pedalare.
Antonella Bellutti e Francesca Porcellato pedalano in surplace tra il Duomo e il corso Vittorio Emanuele a Milano, un luogo privilegiato, fra le protagoniste di una mostra stradale firmata da Gerard Bruneau e sponsorizzata dalla Fondazione Bracco, aperta a tutte le ore del giorno e della notte, un orario illimitato e un ingresso libero fino al 25 marzo. La mostra s’intitola “Una vita per lo sport”, ritratti di 100 donne protagoniste nello sport che, come scrive Diana Bianchedi, olimpionica nella scherma e nel comitato organizzatore dei Giochi di Milano e Cortina 2026 (anche il suo ritratto è esposto), “ha il potere di cambiare la vita delle persone, una forza straordinaria che unisce, insegna il rispetto e rappresenta un potente strumento per costruire un mondo più inclusivo”.
Lo sport italiano è sempre più donna. Nelle classifiche e nei podi. Nel talento e nella tenacia. Nell’esempio e nella rappresentazione. Anche nel ciclismo. Anche sotto la Madonnina. Da un bel po’.
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