È un romanzo, ma è anche un po’ saggio e giallo, sicuramente è una bella fiaba, che scorre e corre nel tempo. Dalla Grande Guerra alla Seconda, attraverso i racconti di un vecchio giunto ormai al traguardo della sua esistenza e che si apre al cospetto di una bella donna, parecchio intraprendete e assertiva, che di professione fa la giornalista sportiva.
È una bella storia, che si nutre della leggenda di un corridore minore, Alfredo Dinale, oro del quartetto alle Olimpiadi di Parigi nel 1924, e della storia della Brenta, di quel fiume che ha visto una infinità di avvenimenti e nel tempo è stato macchiato dal sangue di avvenimenti terribili.
È la storia di un corridore ciclista, che racconta la difficoltà di esserlo in un periodo dove non c’era nulla, se la sola volontà di provare a fare qualchecosa. C’è la passione e la determinazione, l’amore e il dolore, per una corsa andata male o per la morte di un amico. Ci sono incontri inaspettati che segnano una vita e insegnano, come quello con la piccola Sofia, che resta sullo sfondo e nel profondo. Ci sono promesse fatte e non mantenute, ma c’è anche la forza del ricordo e della riconoscenza: in mezzo c’è un segreto che diventa mistero e quindi assurgere a giallo. “La perla del Brenta”, la leggenda di Sofia e del campione, di Loris Giuriatti, insegnante e responsabile di un centro di formazione professionale con l’amore incondizionato per il monte Grappa e la Brenta (BUR narrativa, 235 pagine, 11 €).
Il suo è un bel racconto, che merita di essere letto e per il quale non è assolutamente necessario essere appassionati di ciclismo, ma molto più semplicemente predisposti alla lettura e alle belle storie. Quella di Giuriatti lo è, ed è una perla.
Sinossi
Fare il ciclista all’inizio del Novecento è come guidare una carovana di coloni nel Far West. Tutto ancora da fare, da scoprire, da inventare. Ed è proprio questo ad attirare Alfredo Dinale. La sua è un’adolescenza scandita dalle salite e dalle discese in sella alla bicicletta, rincorrendo il sogno di diventare un campione del ciclismo. Ma l’età dell’avventura spensierata dura poco, perché Alfredo è nato nel 1900, l’anno più sfortunato del secolo, e nella provincia prealpina di Vicenza, la più sfortunata d’Italia in quel periodo. Quando la guerra inizia a infuriare sulle montagne, il giovane si
arruola nell’esercito come portaordini sul Brenta. In uno dei tanti, interminabili giorni di guerra, Alfredo conosce un giovane Ernest Hemingway. Eppure l’incontro che gli cambia la vita è un altro, con Sofia. La ragazza gli offre in dono quello che all’apparenza sembra essere un comune sasso di fiume. Una volta finita la guerra Alfredo tornerà a correre e incomincerà a vincere tutto, fino ad arrivare alla medaglia d’oro olimpica nel 1924. Ma soprattutto dovrà fare i conti con una galassia di amici di infanzia disgregata dal fronte e dalle migrazioni. Ispirato dalla storia vera di Alfredo “Fortunato” Dinale, il romanzo di Loris Giuriatti ci ricorda che dietro a un successo non c’è solo la supremazia fisica, ma ci sono anche le motivazioni, il coraggio, a volte la disperazione.
LA PERLA DEL BRENTA
Loris Giuriatti
BUR narrativa, 235 pagine, 11 €
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