La rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America ha riportato alla memoria anche il passato “ciclistico” del vulcanico imprenditore dall’inconfondibile ciuffo.
Correva l’anno… 1988 e la Coors Classic, gara a tappe che si svolgeva negli Stati dell'Ovest, chiuse i battenti. L’imprenditore Billy Packer pensò di far nascere una nuova corsa negli States che grazie alle imprese di Greg Lemond al Tour de France si stavano appassionando alle due ruote. A finanziare l’organizzazione fu Donald Trump che alla fine impose il proprio nome alla corsa - legandolo alla parola Tour anche perché, parole sue, voleva creare una corsa che diventasse più grande del Tour... - e ottenendo che la decima e ultima tappa si concludesse ad Atlantic City, davanti al Trump Plaza Hotels and Casino.
La vittoria finale andò al norvegese Dag Otto Lauritzen, che correva per la statunitense 7-Eleven, che proprio all'ultima tappa ebbe la meglio su Eric Vanderaerden, vincitore di quattro frazioni ma incappato in un errore di percorso proprio nel finale.
Da notare che in particolare in quella prima edizione furono molte le contestazioni al tycoon: come dire che sono passati gli anni ma le cose non sono cambiate…
L’anno successivo la corsa crebbe e si sviluppò su 12 giornate di corsa con il successo finale del messicano Raul Alcalà della PDM.
E chissà come sarebbero andate le cose se Trump l’anno successivo non avesse dovuto far fronte al fallimento dei suoi due hotel di Atlantic City decidendo di cessare il suo investimento nella corsa… la prova, infatti, si svolgeva nella prima metà di maggio, praticamente in concomitanza con la prima settimana del Giro d’Italia e se avesse continuato la sua storia trumpiana chissà, forse avrebbe potuto far ombra alla corsa rosa.
Invece la storia ci racconta altro: finita l’era di Trump, la corsa venne sostenuta dal colosso chimico DuPont diventando di fatto il Tour DuPont e proseguendo fino al 1996 prima di chiudere definitivamente i battenti. Quanto a Trump, tra i suoi innumerevoli investimenti non è più tornato in auge il ciclismo e il sogno di una grande corsa a tappe statunitense è rimasto chiuso in un cassetto di chissà quale scrivania.
Per saperne di più, vi invitiamo a rileggere questo articolo dedicato al Tour de Trump dal nostro Marco Pastonesi.