Quando sei il campione olimpico in carica e la semifinale ti taglia fuori dalla difesa dell'oro non puoi essere contento. Il quartetto che ci ha fatto sognare a Tokyo nel 2021 deve abdicare, ma domani può confermarsi sul podio a cinque cerchi. Nella delusione generale, ci si aggrappa a questo nella serata al Vélodrome National de Saint Quentin en Yvelines che ha fatto qualificare quarte le azzurre dell'inseguimento a squadre.
Contro la Danimarca, che avevano affrontato nella finale più ambita in Giappone tre anni fa, Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna domani andranno a caccia di quel bronzo che potrebbe consolare almeno in parte l'orgoglio ferito da un'Australia strepitosa, che ha battuto anche il “nostro” record del mondo. Ecco le parole degli azzurri raccolte a caldo.
Partiamo da Simone Consonni, che ha qui tutta la famiglia a incitare lui e la sorella Chiara: «Sapevamo che sarebbe stato un torneo impegnativo e tra le prime quattro squadre sinceramente non avevamo messo l'Australia, che ci ha veramente sorpreso. Complimenti a loro. Noi ci abbiamo messo come al solito il cuore, la testa, le gambe e il nostro legame affettivo, purtroppo oggi non è bastato. Siamo comunque in una finale per il bronzo, che a dirlo qualche anno fa sembrava qualcosa di assurdo. Dobbiamo cercare di smaltire la delusione per ripresentarci domani cattivi in pista perché non sarà una sfida facile. La qualità della nostra prestazione? Altissima. I numeri in fondo sono relativi perché è meglio girare su numeri bassi e tagliare per primi la linea d'arrivo, però personalmente questo inseguimento è nettamente superiore anche a tutti i quartetti in cui sono stato schierato a Tokyo. Rimorsi? Nessuno. Non so se avete visto le facce quando siamo scesi: io non capivo neanche più dov'ero gli ultimi giri. Quindi, come ho già detto, siamo all'Olimpiade e il livello è al top, al regionale sarebbe stato un altro discorso».
Molto dispiaciuto è anche Francesco Lamon, il nostro apripista, che prima di tuffarsi nell'abbraccio della compagna Sara dice: «Non avere agguantato la finale non va giù perchè sappiamo cosa vuol dire giocarsi il metallo più prezioso, avremmo voluto riprovare la stessa gioia di tre anni fa. Sappiamo che abbiamo fatto del nostro meglio, valori alla mano credo proprio che più di così non potevamo fare. Ora dobbiamo pensare al bronzo, che non è l'oro ma comunque vale alle Olimpiadi. Nonostante tutto sono contento di essere qui a giocarmi questa opportunità sempre con i miei tre compagni che colgo ancora una volta l'occasione per ringraziare. In questo ultimo triennio siamo migliorati, anche se il tempo magari non è quello di Tokyo, però altri sono migliorati anche più di noi. Come noi siamo stati la sorpresa di Tokyo 2021, questa volta lo è l'Australia. Il peso della riconferma? Non lo abbiamo sentito, anzi presentarci da campioni in carica ci ha dato quella spinta in più a ripeterci. Dispiace non esserci riusciti».
Mentre Jonathan Milan continua il defaticamento sui rulli e di passare in zona mista non ha proprio voglia, Pippo Ganna da buon “capitano” ci mette la faccia e commenta: «Sapevamo che l'Australia era forte, anche ieri ha fatto vedere un'ottima performance. Oggi noi abbiamo dato il nostro 100%, io per intenderci ho espresso 100 watt in più di Tokyo ed è stato uno dei primi quartetti dove arrivo anch'io veramente provato. Esprimerci al meglio non è bastato per battere gli australiani, ma loro sono arrivati veramente vicino ai 3'39”, quindi c'era poco da inventarsi. Domani proveremo a portare a casa il massimo dando tutto quello che abbiamo come sempre fatto ogni singolo giorno da quando pedaliamo insieme a questi livelli. Con gli altri ragazzi ci siamo parlati, alla fine abbiamo dato il nostro 100%, quindi non dobbiamo essere delusi o, meglio, non possiamo rimproverarci nulla. Per domani c'è poco che si può migliorare, al massimo possiamo limare qualcosa sui rapporti. La pista è veloce, hanno stabilito tanti record, quindi magari cercheremo anche noi di allungare un po' il rapporto, potremmo rischiare qualcosa di mai provato».