Ancora montagne nel tracciato di questa tappa che va dall’Alto Adige al Trentino, al limitare con il Veneto. Montagne e luoghi che non dovrebbero provocare il vero e proprio tourbillon d’incertezze causato dalle condizioni meteorologiche delle Alpi valtellinesi con la Svizzera e il suo ordinamento riferito alla circolazione delle corse ciclistiche.
Si è proposto il solito balletto con palleggio di responsabilità fra le varie componenti della corsa. Una situazione non nuova e che è augurabile non abbia a ripetersi ancora nel futuro a detrimento dell’avvenimento dove nessuna delle parti in causa può inorgoglirsi per un’effimera prevalenza più di facciata che di sostanza costruttiva e positiva per la sicurezza e la tanto richiamata “immagine”.
§ Una volta, e non tantissimo tempo fa, era prassi obbligata, quasi una regola, per gli organizzatori proporre e presentare per l’omologazione di una corsa a tappe in località a quote altimetricamente elevate, con meteo facilmente variabile e a rischio forte maltempo, da parte degli organi preposti quella che era chiamata “tappa di riserva”, pronta e preparata per ogni evenienza. Già dal via si portava al seguito del Giro la composizione in piombo della tabella di marcia e di altre informazioni tecniche, pronte per essere stampate con immediatezza in caso di necessità. Riteniamo che talvolta sia utile e giovevole volgere uno sguardo al passato. Piccolo messaggio in bottiglia…
§ Un messaggio esplicito è stato invece il gesto, contando fino a cinque con le dita di una mano, mentre s’apprestava a passare la linea di traguardo della sua formidabile prestazione rosa quello del capoclassifica e vincitore di tappa. Si è autoattribuito, meritatamente, un bel cinque, e con tutta probabilità è prossimo il momento che dovrà mostrare anche le dita dell’altra mano dopo la “manita” di ieri sul Monte Pana, superato in “souplesse” dicevano i tecnici di una volta. Buoni segnali, a distanza, per altri corridori, giovani e italiani.
§ Selva di Val Gardena, importante centro della provincia autonoma di Bolzano, elegante località di vacanze estive e invernali, con affascinante vista sull’iconico gruppo del Sella, propone il circuito sciistico Sellaronda, a sua volta inserito nel più ampio “Dolomiti Superski”. Qui si sono concluse sei tappe della corsa rosa con altrettante partenze. Nel 1998 la tappa fu vinta dal bergamasco Giuseppe Guerini precedendo Pantani, secondo a ruota, che indossò lì la maglia rosa, prima detenuta da Zulle, portandola poi fino al trionfo di Milano, nel suo anno magico con replica in giallo a Parigi al Tour.
§ Il tracciato propone subito il Passo Sella che per le recenti note vicende diventa la nuova “Cima Coppi”, scenario imponente e meraviglioso, che richiama la leggenda di Re Laurino e delle montagne rosa delle Dolomiti, entrando nella provincia autonoma di Trento, per potere procedere in costante discesa verso la Val di Fassa incontrando mete turistiche di fama quali Canazei, Campitello di Fassa, Pozza di Fassa, la notissima Moena e giungere a Predazzo, sul fondovalle. Vari di questi centri sono state tappe della corsa rosa. Nel fondovalle, a Predazzo, si inizia, virando a sinistra, verso il noto GPM di 1^ categoria del Passo Rolle, m. 1972, con i piacevoli panorami boschivi passando da Bellamonte e Paneveggio. Giù in discesa poi per arrivare a San Martino di Castrozza, dominata dalle cime svettanti delle Pale di San Martino. Si trova nell’alta valle del Primiero dove si incontrano le località di Fiera di Primiero e Imer, poi la strada per la salita per il GPM di 3^ cat. di Passo Gòbbera, m.985 e giungere quindi nella valle del Vanoi dopo Zonta e scendere fino a Canal San Bovo. Da qui inizia la prima ascesa, in ambiente naturale intatto, verso il passo Brocòn, GPM di 2^ cat., m. 1615, discesa veloce su Castello Tesino, al cui comune appartiene il Brocòn con il suo suggestivo altopiano, e Pieve Tesino, paese natale di un importante uomo politico italiano come Alcide De Gasperi nel 1881, allora in territorio austriaco.
§ Qui inizia l’altro versante, quello maggiormente impegnativo della salita finale, km. 11,800 con pendenze comprese fra il 6,6 e il 13%. Frazione relativamente corta ma tosta e il dubbio, biforcuto, è se la maglia rosa dovrà usare già l’altra mano o userà clemenza per coloro che andranno in fuga.
§ Molti sono i corridori trentini di prestigio, a partire dalla dinastia Moser con Gilberto Simoni in Val di Cembra, poi Maurizio Fondriest in Val di Non e altri ancora di rilievo.
§ Il Giro del Trentino, ora confluito nel TotA, è una corsa a tappe con palmarès di primo rilievo.
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