Una tappa che si conclude con una fuga, definita persino epica da un telecronista Rai, ma che non muove la classifica. «Oggi c’è poco da osservare e criticare», attacca Mario Cipollini. Ma non perdetevi d’animo perché Re Leone anche senza dare zampate clamorose riesce sempre a trovare lo spunto interessante.
Allora Mario, cosa ci ha detto la tappa di oggi?
«Bisogna innanzitutto fare i complimenti ad Alaphilippe. Speriamo che questa vittoria dopo una bellissima cavalcata sia davvero per lui un momento di rinascita. Dopo tanti problemi, infortuni e polemiche, spero proprio che ritrovi sicurezza nei propri mezzi».
Era imbattibile il francese?
«Non lo so, ma Narvaez ha fatto un errore di valutazione. Quando Julian è partito deve avere pensato che poi lo avrebbe ripreso. Pensava fosse un Alaphilippe più debole e vulnarabile, invece oggi si è superato. Anche Trentin credo abbia sfruttato poco l’occasione. Sugli strappi sembrava si risparmiasse per il finale, invece… Però bisogna fare i complimenti anche a Maestri che è stato bravissimo ad alimentare la fuga».
Al “Processo alla tappa” Alaphilippe è stato definito “campionissimo”: concordi? A me l’appellativo di “campionissimo” pare un tantino esagerato.
«È un termine per per pochi, pochissimi. Io in questo ciclismo lo riserverei solo a Pogacar. Alaphilippe è un corridore fortissimo, un campione. Ho notato pure io che spesso chi racconta la corsa usa un’enfasi e una grandiosità esagerata. Mi sembra quasi che vogliano essere loro protagonisti della corsa».
Torniamo alla tappa: non ti aspettavi di più dagli uomini di classifica?
«Il percorso ci sarebbe anche stato, ma chi attacca? E contro chi? Pogacar se lo metti su una Graziella con i Look vince lo stesso. Anche nelle prossime tappe, da domenica intendo, l’unico che forse cercherà di fare la corsa sarà Tiberi. Gli altri lotteranno solo per restare dove sono. Sai piuttosto una cosa?».
Cosa?
«Mi incuriosisce molto la posizione in sella dei corridori. Prendiamo i due protagonisti di oggi. Alaphilippe è basso e tutto avanzato. Ha un gioco di caviglia quasi a compensare un pezzo di estensione che gli manca. Pogacar è molto avanzato, alto e con il busto molto eretto».
Una volta parlando con Froome gli dissi: ti potrei dire che in sella sei inguardabile. Lui mi rispose snocciolando il suo sontuoso palmares e mi chiuse la bocca.
«Ma infatti io non mi sento di criticare questo nuovo assetto. Dico che mi incuriosisce. Poi per essere sincero aggiungo che la posizione che avevano Moser, De Vlaemick, Indurain e via elencando mi piaceva molto di più. Mi sembrava più equilibrata, più centrata sul telaio. Insomma, più elegante».
Tu pedali ancora tutti i giorni come un corridore vero e sei uno a cui piace testare, sperimentare biciclette e materiali, hai mai provato questo nuova posizione?
«Ci ho provato ma non ci riesco. Non mi trovo, ma io sono un cosiddetto boomer e da sempre abituato a una posizione totalmente diversa».