A sorpresa la vittoria della Milano-Sanremo si è giocata in volata e quella battaglia tanto attesa sul Poggio non ha proiettato verso il successo né Pogacar né Van der Poel. Jasper Philipsen, 26 anni è il terzo belga a vincere la Sanremo negli ultimi 10 anni, prima di lui c’erano stati Stuyven nel 2021 e Van Aert nel 2020. Il fiammingo sapeva di avere le gambe giuste per vincere la corsa e, dopo aver resistito prima sulla Cipressa e poi sul Poggio, ha lottato in una finale pazzesco e sul rettilineo di Via Roma ha lasciato esplodere tutta la sua potenza.
«Avevo buone gambe e ci credevo – ha detto il belga dopo il traguardo – E’ incredibile quello che è successo, devo proprio ammetterlo». Per Philipsen che in carriera ha un totale di 44 vittorie, quella di oggi è la prima Classica Monumento e l’ha conquistata dimostrando di essere il più potente in un finale dove c’erano tutti i corridori più forti del mondo.
«Avevo sognato questa vittoria: questa potrebbe essere una delle poche Classiche Monumento che posso vincere nella mia carriera». La vittoria di Philipsen è arrivata anche grazie al suo compagno di squadra Mathieu van der Poel, che alla vigilia della corsa era il grande favorito per la vittoria insieme a Tadej Pogacar. L’olandese però, quando ha capito che Philipsen aveva le gambe giuste per vincere in volata, lo ha aiutato a posizionarsi bene nel finale.
«Sono orgoglioso anche di quello che ha fatto Mathieu. Questa giornata è stata perfetta, anche grazie a Mathieu van der Poel e senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile. E’ stato veramente un grande lavoro di squadra. È meraviglioso che siamo riusciti ad ottenere questo risultato lavorando tutti insieme, è un successo di tutta la squadra».
Fare uno sprint dopo quasi 300 chilometri di gara non è mai facile e oggi è stato battuto anche il record della Sanremo più veloce di Gianni Bugno del 1990, con una media della corsa di 46,113 chilometri all'ora. «Mi sentivo abbastanza bene e avevo la sensazione che questa potesse essere la mia giornata. Avevo già buone gambe alla partenza e ci ho creduto. Sul Poggio poi anche i favoriti si sono guardati un po', ma sono riuscito a rientrare e Mathieu era lì ad aiutarmi. Devo ringraziarlo davvero per quello che ha fatto. Avevo fatto presente che avevo buone gambe, ma sapevo che non avrei potuto rispondere
ad un'accelerazione da parte di Tadej Pogacar, ma per fortuna si sono guardati un po'. Poi noi due abbiamo avuto una buona occasione e mi ha fatto mettere in una posizione di lusso.Non mi era rimasta molta forza per lo sprint ma ci sono riuscito. La vittoria in una Classica Monumento è la realizzazione di un sogno. Queste sono le gare per le quali ci sacrifichi amo ogni giorno».
Giocarsi la vittoria di una Classica in uno sprint non è mai facile e oltre a Philipsen c’erano altri velocisti veramente straordinari. «Nel finale temevo soprattutto Mads Pedersen e sono rimasto un po' sorpreso da quello che ha fatto Michael Matthews. Uno sprint dopo quasi 300 chilometri, è sicuramente diverso. Ma fortunatamente avevo ancora 5 centimetri nelle gambe per battere gli altri».
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