«C’è sempre un posto per Julian Alaphilippe nella nostra squadra». Bastano queste poche parole per comprendere quanto Jean-René Bernaudeau, ex professionista e da molte stagioni General Manager della TotalEnergies, stimi il connazionale due volte campione del mondo. Parole che suonano come una porta aperta e aprono possibili scenari futuri di ciclo-mercato.
Il manager transalpino però non si ferma a poche parole: « Julian potrebbe essere il nostro nuovo Peter Sagan, avrebbe il posto di leader perché è un esempio per tanti ragazzi e farebbe crescere i nuovi talenti che arriveranno nella nostra squadra».
È un fiume in piena Bernaudeau e, nell’intervista concessa a L’Equipe, parla della recente trasferta al Tour du Rwanda, dei regolamenti ma soprattutto della sua visione del ciclismo.
«Non abbiamo partecipato al Tour du Ruanda per andare a caccia di punti UCI non è nel nostro DNA. Certo, si parla molto di questa classifica mondiale ma non è vitale. La TotalEnergie deve essere una buona squadra, lo siamo stati e torneremo ad esserlo. I punti sono la conseguenza di una stagione. Alcune squadre potrebbero essere ossessionate da questo, io non lavoro così. Cerco sempre di divertirmi e che il piacere di ciò che faccio superi le difficoltà. Venire a correre in Africa così dà un senso a quello che facciamo». dichiara il manager francese che in Ruanda ha comunque potuto festeggiare la vittoria di tappa di Pierre Latour e il quinto posto in classifica generale di Fabien Doubey.
Bernaudeau approfondisce e sottolinea con orgoglio: «Sono il capo di questa squadra e trasmetto la mia filosofia. Era fuori questione venire in Ruanda con bici da crono e auricolari, sarebbe stato indecente rispetto ai ciclisti africani che non hanno questo lusso. Io non voglio comprare i ragazzi per i loro watt per costruire una grande squadra, preferisco prendere persone belle ed educate. Questa è la mia linea: la mia forza sono i miei corridori».
Uno che è stato suo corridore fino allo scorso anno è Peter Sagan e di lui l’ex professionista degli anni ottanta dice: «Peter è un ragazzo eccezionale che ci ha portato tanto con la sua esperienza e la sua mentalità. Ci ha portato quell’orgoglio che forse ci mancava. È arrivato pagando lui stesso gran parte del suo stipendio e lascerà un segno indelebile nella nostra storia. Con lui abbiamo capito che potevamo crescere. Come con Niki Terpstra e Edvald Boasson. Ma oggi vorremmo concentrarci nuovamente sui francesi».
Francesi come Julian Alaphilippe che Bernaudeau a quanto pare accoglierebbe a braccia aperte.