Oggi alla 52a Nove Colli con il dorsale numero 1 pedalerà il grande Miguel Indurain. Il campione spagnolo ambassador Enervit non è voluto mancare all'appuntamento con la storica e impegnativa granfondo romagnola che ogni anno raduna 10.000 appassionati a Cesenatico, la città culla di Marco Pantani.
Ieri abbiamo avuto l'opportunità di chiacchierare con il formidabile passista-scalatore che ha vinto cinque Tour de France consecutivi dal 1991 al 1995, come nessun altro mai, ma anche due Giri d'Italia in accoppiata con le edizioni '92 e '93 della Grande Boucle. Troverete l'intervista completa su tuttoBICI di ottobre, intanto vi proponiamo un'anticipazione.
Pronto per la sua prima Nove Colli?
«Sì, in bici continuo ad andarci con regolarità. Ovviamente non forte come quando gareggiavo e solo quando c'è bel tempo ma 2-3 uscite a settimana le mantengo e ogni anno partecipo a 6-8 granfondo. Con Enervit in passato ero stato alla Maratona delle Dolomiti e ora non vedo l'ora di mettermi alla prova nella terra da cui partirà il Tour 2024. Davide Cassani (presidente dell'APT Emilia Romagna, ndr) mi ha illustrato le tappe del Grand Départ, sarà stupendo».
Com'è il suo legame con l'Italia?
«Ho grandi ricordi legati al vostro paese, nella mia epoca disputavamo tante corse qui e i miei sponsor erano praticamente tutti italiani. Pinarello, Campagnolo, Enervit, Sidi, Selle Italia, Nalini... Tra i vostri connazionali ho buoni amici e i miei più grandi rivali, a partire da Bugno e Chiappucci. Quanto è cambiato il ciclismo da quando correvamo noi... Ora è decisamente più globale. Sia in Spagna che in Italia il movimento è in difficoltà, ci sono pochi team e i nostri corridori sono costretti ad andare all'estero».
Scambierebbe il “suo” ciclismo con quello di oggi?
«No perchè oggi è tutto più veloce e pensato per la tv, mentre io sono sempre stato un atleta di fondo, che emergeva sui percorsi lunghi. Non ho mai digerito salite con pendenze al 25-27% come Mortirolo e Zoncolan, tuttora preferisco salite lunghe e meno arcigne come Sestriere e Gavia. Oggi non si trovano più lunghe cronometro come quelle in cui io riuscivo a fare la differenza. In tappe brevi ed esplosive uno come Gianni Bugno avrebbe vinto di più, ma ognuno vive il suo tempo ed ora è giusto godersi lo spettacolo che ci offrono i giovani campioni di adesso».
Cosa augura ai cicloamatori impegnati oggi nella Nove Colli?
«Di divertirsi. È un evento importante, con tanta bella gente, su percorsi affascinanti e in un ambiente gioioso. Andiamo tranquilli e godiamoci la strada».
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