Il dolore è grande, i ricordi si inseguono e, come sempre avviene in questi casi, per l’uomo c’è l’esigenza di capire cosa può essere successo.
Lieuwe Westra è morto sabato pomeriggio all’età di 40 anni, da solo, nel magazzino nel quale era andato a vivere. Il suo biografo e amico Thomas Sijtsma annunciandone la morte ieri mattina ha scritto: «Negli ultimi anni Lieuwe Westra si è battuto contro se stesso. E ha perso».
Il nemico numero uno era la depressione, quello che l’aveva portato - all’inizio del 2017 - a chiudere improvvisamente la sua carriera agonistica.
Voltata pagina, Lieuwe aveva sposato la sua fidanzata australiana e i due avevano aperto un albergo per ciclisti in Spagna. Poi il divorzio, la vendita dell’albergo e il ritorno in Olanda, prima a casa della madre, poi - quando le difficoltà sono aumentate - da solo in una sorta di magazzino a Zwaagdijk, nel nord del Paese.
Chi lo conosce ora parla di droga, alcool, di un uomo ingrassato e sfatto. Allora è stato un suicidio? È ancora Sijtsma a precisare: «Prima che emergano storie di fantasmi, è vero che Westra ha passato un periodo molto difficile, ma per quanto sappiamo non si parla di suicidio». Sulle cause del decesso né la famiglia né le autorità hanno per ora confermato alcunché.
Ma proprio Sijtsma - con il quale Westra ha scritto la sua autobiografia intitolata “La Bestia", ha aggiunto: «Da adolescente ha frequentato tutte le feste hardstyle, usando ogni genere di cose. Aveva un carattere autodistruttivo. Il soprannome ‘la bestia’ lo caratterizzava perché non riusciva a fare nulla in modo normale. Tutto quello che faceva, lo portava all’estremo. E le ultime notizie non erano buone».
Proprio in quella autobiografia, Westra aveva sorpreso tutti con una autodenuncia: «Ho sofferto di problemi al ginocchio per anni e ciò mi ha permesso di prendere del cortisone nei momenti importanti della stagione. Ho iniettato sostanze nel mio corpo per poter andare più forte, ottenere premi e ricevere complimenti. Non era possibile vincere col solo allenamento. Se vuoi giocare con i grandi devi trovare i limiti del consentito».