Venticinque anni fa la tappa conclusiva del Tour de France con passerella sprint sugli Champs-Elysees partiva da Disneyland Paris e la conquistava Nicola Minali: volatona davanti a Zabel, Vogels e via discorrendo. Con la maglia della Batik Del Monte, Minali alzò le braccia al cielo due volte in quella Grande Boucle del 1997: la prima era stata nella quarta frazione al parco tematico storico di Puy du Fou, "per due millimetri e mezzo" (cit. dello stesso Minali) su Moncassin.
In tali occasioni, il velocista veronese indossava per la prima volta le scarpe DMT che oggi contribuisce attivamente a realizzare. Sì, c'è lui dietro le calzature da corsa di Tadej Pogacar!
Ecco un estratto delle dichiarazioni che ci ha rilasciato Nicola Minali: «Quella vittoria a Parigi mi ha consacrato come atleta, non sono molti gli italiani ad aver vinto sui Campi Elisi (oltre a Minali '97, Bontempi '86, Baldato '96, Zanini 2000 e Bennati 2007, ndr) e per me è stata una cosa meravigliosa. Oltretutto in squadra eravamo rimasti pochissimi e qualche giorno prima Cenghialta aveva dovuto fare un sacrificio enorme per portarmi all'arrivo: sfruttai il lavoro della Telekom e infilai i miei avversari. All'epoca c'è da dire che le volate erano un po' più semplici, oggi molte più squadre vogliono star davanti e le grandi manovre cominciano già a 15 km dall'arrivo. Pronostico per oggi? La volata all'Arco di Trionfo è molto particolare perché si arriva con la spia della benzina in riserva e un minimo dettaglio fa tutta la differenza del mondo. Inutile dire che in queste settimane mi ha davvero impressionato Wout Van Aert, atipico per come è completo. Oltre a lui, che peraltro questa tappa conclusiva l'ha già vinta l'anno scorso, mi sento di spendere il nome di Jasper Philipsen. In alternativa, Caleb Ewan o Alberto Dainese di cui conosco molto bene i numeri da quando era juniores e che ha tutto per essere uno dei più grandi velocisti al mondo.»
Il resto, dai grandi campioni di questo Tour ai figli Riccardo e Michael, lo potrete ascoltare da domani sera nella nuova puntata del nostro podcast BlaBlaBike
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