Quando il Team Sky vinceva il Tour de France, per il team britannico il Criterium del Delfinato era un appuntamento immancabile e anchen questa corsa i successi non sono certamente mancati. Prima con Bradley Wiggins e poi con Froome e a seguire Thomas, la Sky ha conquistato molte volte il Delfinato: anche con il cambio di nome, divenuta Ineos-Grenadiers, ha vinto l’ultima edizioni con Richie Porte.
In questa edizione del Criterium la Ineos non ha portato nessuno dei suoi ex vincitori, ma c’è Chris Froome, che oggi indossa la maglia della Israel-Premier Tech che al Delfinato, oltre alle gioie, ha rischiato di perdere la vita.
Era il 2019 e il britannico, impegnato nella ricognizione dela cronometro di Roanne, fu investito da una violentissima folata di vento che lo portò a picchiare violentemente contro un muretto, mettendo in pericolo la sua stessa vita.
Oggi Froome è tornato sulle strade del Delfinato, ma con ambizioni diverse rispetto al passato perché da quel 2019 non è più tornato il dominatore delle grandi corse a tappe.
Il britannico ha spiegato che bisogna aver pazienza e che si sente fortunato perché finalmente non ha più quei dolori che gli avevano reso quasi impossibile pedalare.
«Ho quasi perso la gamba in questa corsa e non ho potuto appoggiare il mio peso su quella gamba per mesi - ha detto Froome -. Prima ho dovuto imparare di nuovo a camminare, e poi ho potuto imparare di nuovo a pedalare. Dopo, l'obiettivo era quello di tornare in gruppo e ora voglio essere di nuovo competitivo. Non mi pongo alcun limite e continuo a lavorare».
Froome ha vinto il Delfinato nel 2013, 2015 e 2016 e solo da qualche mese le cose per lui stanno veramente migliorando. «È normale che le persone si aspettino dei risultati importanti da me, se si considera quello che ho realizzato nella mia carriera. Ma la gente deve ricordare da dove vengo: gli ultimi tre anni sono stati veramente diversi».
Froome ha fatto un lungo periodo di riabilitazione e il rientro in gara, anche se graduale, per lui è stato doloroso. I risultati non erano quelli che gli altri si aspettavano e oltre alle critiche, ha dovuto convivere anche con il suo corpo che ancora faceva male.
Lasciata la Ineos-Grenadiers è approdato alla Israel-Premier Tech con un contratto importante, che potrebbe vederlo in un nuovo ruolo al termine della carriera agonistica.
«Il team è molto paziente con me ed è grazie a loro che posso essere di nuovo qui. Ho firmato un contratto pluriennale e fino al momento del ritiro continuerò a lavorare più che posso. Non ci sono garanzie che otterrò qualcosa, ma posso assicurare che continuerò a fare del mio meglio. Anche il sostegno di mia moglie e della mia famiglia significano molto per me, perché hanno continuato a credere in me e mi hanno spinto a non arrendermi. Il fatto che ora vedo dei progressi è una bella ricompensa e voglio continuare così».
Froome adesso è al Delfinato e pensa al Tour de France: la sua partecipazione alla Grande Boucle è ancora incerta e tutto dipenderà da come il suo corpo reagirà alle fatiche di questa settimana di corsa.